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Il Blog di Lella Canepa

LA TIFA


Da anni non mi riusciva di trovarne, da quando nata spontanea in una pozza acquitrinosa, qualcuno pensò bene di riempire di terra, facendo sparire questa pianta così bella.

Conosciuta come pianta ornamentale dagli anni '60-70 con i suoi cilindri marrone scuro che facevano bella mostra in composizioni secche insieme a lunaria, erbe della pampas ed altro, in "sala" fra divano e televisione, in molte se non tutte le case italiana. Poi le mode cambiano.

Ma che ci fa un articolo su di lei qui? perché anche questa è un'erba commestibile!

Quante cose dimenticate o mai sapute!

Il nome Typha latifolia, la più comune in tutta Italia, più o meno significa giunco di palude, perché dell'acqua ha bisogno per vivere, e come giunco veniva usata la sua larga foglia per intrecciare, specialmente le vesti di fiaschi e damigiane, famosi i fiaschi toscani e le fiascaie, le donne alle quali era affidata la lavorazione della così detta in Toscana, stiancia.

Ma anche corde e ceste, e fibra tessile, interessante documento sulla lavorazione della pavira, così invece è chiamata in Romagna, qui >>>, dove potete vedere i manufatti di Villanova di Bagnacavallo che arrivarono all' Esposizione di Parigi del 1900 con scarpe, borse, e anche abiti.




Le sue infiorescenze femminili marroni fatte bruciare pare tengano lontane le zanzare, senza contare che cosparse di grasso venivano usate come torce, o secche come accendifuoco e per così dire "spiumate" come imbottitura di basti, selle e oggetti di mascalcia, ma pure le ferrovie dello Stato imbottivano i sedili di prima classe, e quindi materassi, cuscini, ecc.

Pianta importantissima per l'ecosistema, usate come fitodepurante delle acque.

In Africa per produrre un carbone vegetale, su You tube si trovano decine di video.

In Sud America per intrecciare canoe, con l'usatissima totora, Schoenoplectus californicus, come le imbarcazioni in papiro degli antichi Egizi.



E poi appunto, pianta edule, tutte le sue parti sono commestibili.

Tracce di farina di rizoma di Typha datate più di 30000 anni fa sono state trovate a Bilancino in Toscana e ripresentate all'Expo 2015 come la prima farina prodotta dall'uomo (articolo qui>>>)

I germogli vengono consumati come asparagi, le giovani foglie crude in insalata e cotte come verdura, addirittura il polline dorato dei fiori maschili, prima delle spighe marroni, dal sapore dolce, può essere usato insieme ad altre farine per fare dolci, i pasticceri di una volta lo usavano come zucchero a velo.


Come altre erbe esistono diverse varietà di Typha, alcune sono protette a livello regionale o nazionale, questa che ho trovato, forse Typha angustifolia, troppo sulla strada per provare ad usarla in cucina, ma mi faceva piacere lo stesso dedicarle un articolo nella speranza di ritrovarla altrove e provare a consumarla.

Al di là dell'uso strettamente commestibile, che ritengo sempre legato al posto dove si viveva, "quello ho, quello mangio", penso sempre a come questo nostro progresso e questa pretesa evoluzione ci abbia fatto perdere tanta manualità in un mondo dove tutto aveva un senso e tutto quello che veniva usato ritornava tranquillamente alla natura, certamente con una fatica fisica superiore, ma non mi sembra che abbiamo guadagnato in serenità e tranquillità...


... l'ini sto, Poggio mio, 'n una casaccia,

non è però maggior che si bisogni :

e Cristo me la tien pinza di sogni

d'arcolai ceppi fìaschi sporte e stiaccia.

Messer Matteo a Iacopo Poggi

1884



Aggiornamento 30 luglio 2021


Per fortuna qualcuno ci sta ripensando e quest'anno è stato organizzato un corso per il recupero dell'intreccio della Tifa, purtroppo troppo lontano da me, ma non si sa mai...




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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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