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Il Blog di Lella Canepa

ANICINI E ANICE




Gli occhi l'anice avvalora e lo stomaco ristora

Scuola Medica Salernitana


Tempo fa raccontavo di quando andando in visita ai parenti, specie durante le festività, si portasse il classico pacchetto di Anicini.

Sempre quando si "andava a trovare" un convalescente, per felicitarsi dell'avvenuta guarigione, convinti come si era una volta, che niente era meglio dell'uovo sbattuto e zucchero per riprendersi e in pratica questo sono, più leggeri di un dolce con burro, con l'aggiunta delle proprietà dei semi di anice.

La mia ricetta, penso simili a tante altre, è con

  1. 200gr. di farina 00

  2. 200gr. di zucchero

  3. 3 uova

  4. un cucchiaino di semi di anice

  5. poca acqua di fior d'arancio

  6. uno stampo da plum cake



Monto prima gli albumi a neve ben ferma con un cucchiaio di zucchero, così poi posso usare il mixer senza lavarlo per sbattere bene i rossi d'uovo con lo zucchero.

Mentre sbattevano ho unito un cucchiaino di semi di anice finemente tritati.

Non bisogna confondere i semi di Anice per la ricetta con i semi di finocchietto selvatico (qui>> il Finocchio selvatico) simili ma non uguali, usati quelli per fare i Biscotti del Lagaccio (qui>>>I Lagaccio...).

In questo caso ho messo semi di anice stellato, ma si dovrebbero usare i semi di anice dei prati, facilmente reperibili nei negozi di prodotti per dolci.

Ho messo anche un cucchiaio di acqua di fior d'arancio o se non ce l'ho succo d'arancia.

Unisco a mano con molta attenzione gli albumi montati e poi la farina setacciata poco per volta.



Avevo questo stampo da plumcake ondulato per fare non so più quale dolce (fa parte del mio corredo di 72 teglie messe insieme fra comprate ed ereditate) al quale pensavo da tempo per gli Anicini e infatti, dopo averlo imburrato e infarinato leggermente, ho versato l'impasto con attenzione livellando bene.



Ho cotto in forno statico a 180° per 15-20 minuti fino a che non ho visto la superficie che iniziava a colorire.

La scelta dello stampo si è rivelata giusta, l'impasto trattato con attenzione, pur senza lievito, è cresciuto tanto da permettermi, una volta cotto ed estratto, di tagliare i biscotti in misura lungo la traccia, dividendo poi le fette a metà per avere due biscotti ogni fetta



Messi su carta forno li ho fatti biscottare in forno ventilato a 180° sorvegliando con attenzione e togliendoli appena accennavano a prendere colore.



La tradizione li vuole di accompagno a un buon bicchiere di vino bianco, ma anche una bella tazza di tè caldo.

Sinceramente non mi ha soddisfatto la scelta dell'Anice stellato, che nella cottura mi sembra aver perso tanto.

La ricetta mi dà l'occasione di parlare dell'Anice, parola con la quale si intende comunemente più di una pianta.

Piante tutte che ricordano nel profumo e nel sapore il finocchio con un vago sentore di menta.


L' Anice vera o Pimpinella anisum L., chi è fortunato la trova nei prati dove nasce spontanea, non ovunque. Per la sua stretta parentela con prezzemolo e cicuta, nonostante il forte odore aromatico, sconsiglio vivamente di ricercarla e fare prove visto i rischi che si corrono a sbagliare e quindi di affidarsi a un negozio per comperarne i semi che in realtà poi sono i frutti essiccati.

Usata da tempi antichi, considerata pianta invincibile e annoverata fra le piante magiche.

La tisana di questi frutti ha proprietà antisettiche, è utile per intestino e stomaco, si crede favorisca la montata lattea e dia un buon sapore al latte materno ed è per questo che gli Anicini venivano portati in regalo alle puerpere.

Il suo olio essenziale è pericoloso in un uso casalingo.

Un altra confusione è con l'Aneto, altra pianta della stessa famiglia ma con odore profondamente diverso.

Non avendola qui metto un disegno botanico trovato in internet.




Questa erba è stata ormai sostituita in quasi tutti gli usi di pasticceria dall'Anice stellato, che fa prima ad arrivare dall'Oriente che dai nostri prati l'Anice vera.

L' Illicium verum è un albero tropicale i cui fiori bianchi si trasformano poi nella stella legnosa che tutti conosciamo. Ogni lobo contiene un seme.

È usato per produrre liquori come la Sambuca, il Pastis, il Mistrà.

Ricco di proprietà simili al finocchio e all'anice vera, un acido estratto da questa pianta è presente nella composizione di un antivirale usato nella cura dell'influenza.

Anche per questo la foto è presa da internet.




Molti considerano anche la bacca di un'altra pianta orientale, Zanthoxylum piperitum o pepe di Sichuan, simile all'anice, forse perché spesso usata insieme all'anice stellato.

Personalmente non la conosco e non ne faccio uso per la mia intolleranza alle spezie in generale.






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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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