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Il Blog di Lella Canepa

Immagine del redattorelellacanepa

LA CELIDONIA


Questa co' la celidonia 'lumina i sua ciechi nati

Leonardo



Proprio vicinissima a casa, attaccata alle pietre del rustico, cresce felice ogni anno la mia riserva di Celidonia.

È nel suo, visto quanto le piace il pietrame, e io godo a ritrovarla ogni anno al suo posto, anche se non l'ho mai usata.

Sì, perché fra le erbe è una delle più pericolose o come diceva Maurice Mességué tra le più crudeli, ma lui ne sapeva fare buon uso ed era una delle sue preferite.

La sua tossicità è da imputare ad alcuni alcaloidi simili a quelli dell'oppio, presenti in tutta la pianta, specie nelle radici, e infatti appartiene alle Papaveraceae.

Usata in diversi medicinali è tra le erbe da non provare a sperimentare in maniera casalinga se non se ne ha una comprovata esperienza.

In alcuni paesi ci sono limitazioni legali al suo uso.

Oltre alle proprietà antidolorifiche, antispasmodiche, le sono riconosciute proprietà nella cura della vista, cataratta e altro, ma anche esternamente per contusioni e slogature, per il mal di denti, peccato che poi i denti cariati sembra cadano con l'uso di questa erba

Messeguè aveva la sua ricetta per pediluvi e bagni alle mani, considerati portentosi per riattivare la circolazione e sollevare da dolori vari, ma nel contempo un semplice pediluvio potrebbe influenzare il flusso mestruale, tanto per rimarcare la potenza di questa comunissima erba.

Nel ricordo di molti è rimasto spesso solo quello di curare verruche, porri, duroni e calli, con poche gocce del lattice arancione che esce spezzando il gambo, pratica pericolosa anche questa, se non eseguita con attenzione, vista la causticità del liquido.

Liquido che la leggenda narra come venga usato dalle rondini per dare la vista acuta ai piccoli nel nido quando è l'ora di volare via e dal termine greco che significa appunto rondine, sembra prenda il nome.

Questa caratteristica ne permette il riconoscimento immediato, se quello con i fiori o le foglie non basta, basta spezzare lo stelo e immediatamente si vedrà fuoriuscire il liquido di un giallo carico, quasi arancio.


A prima vista può essere scambiata per un qualche tipo di ranuncolo ma all'attenta osservazione si notano le differenze.



Come tutte le erbe potenti, quando la scienza non sapeva ancora spiegare in merito a cosa riuscisse ad avere effetti sull'uomo, era considerata magica, talmente magica che si credeva entrasse nella composizione della pietra filosofale.

È certamente fra quelle da raccogliere e inserire, nell'Acqua di San Giovanni qui>> ,con parsimonia, visto che pochissime gocce in un decotto bastano ad alleviare un infiammazione degli occhi.

Rientra nella composizione di un sale magico per togliere la negatività, quel sale che si sente raccontare dagli anziani di come lo mettessero nei dintorni della porta di casa o portato in tasca in vista di possibili incontri o visite nefaste.

Ecco questa è forse l'unica pratica innocente che si può fare di questa erba, seccata e mescolata a sale grosso, anche se mi mancano le parole da accompagnare a questo rito rigorosamente eseguito in una notte di luna piena e che darà potere al sale per un anno.

Così tante le sue doti che qualcuno traduceva il suo nome volgare celidonia in "dono del cielo", donum caeli.

Non mi stanco mai, e soprattutto in presenza di un'erba come questa, di raccomandare di evitare intrugli e pozioni casalinghe per curarsi, ottimi erboristi e prodotti commerciali controllati sono in grado di suggerire cure adeguate.

Quello che mi stupisce sempre è come si siano alzati attacchi mediatici e legali su certe erbe e su altre che crescono tranquillamente indisturbate e infestanti ma pericolose, nemmeno una parola, tanto la diffusa ignoranza su quello che ci circonda fa sì che si possa indirizzare la conoscenza solo su quello che è più opportuno a qualcuno.

Quello che i nostri anziani sapevano del loro attorno andrebbe insegnato con semplicità nelle scuole, visto che ora la scienza può spiegare meglio effetti e conseguenze.

Io sorrido ogni anno alla mia Celidonia, la aspetto, so che arriva come le rondini e fiorisce fino a che loro non se ne vanno, non la disturbo, mi dà sicurezza che ci sia, proprio come le rondini mi danno la certezza della primavera.



La celidonia è molto calda e contiene un succo velenoso e viscido. Perché ha un veleno così nero e amaro in essa non può dare salute ad una persona, perché amche se da qualche parte desse salute, darebbe maggiori malattie interne da qualche altra parte. Se qualcuno ne mangia o ne beve, essa lo irrita e lo ferisce internamente, e quindi a volte provoca un'evacuazione e una digestione dolorosa e priva di salute."

Santa Ildegarda di Bingen



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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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