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Eventi (5)
- 10 giugno 2017 | 08:00Castiglione Chiavarese, Genova
- 12 marzo 2021 | 13:4016030 Castiglione Chiavarese GE, Italia
- 25 giugno 2017 | 08:0016043 Chiavari GE, Italia
Post sul blog (341)
- FIOR DI MAGGIO! AGGIORNAMENTO EVENTO
FIOR DI MAGGIO DIVENTA FIOR DI GIUGNO Nel programmare gli eventi della tarda primavera ho parlato di quello dedicato ai fiori. Decidere la data implica aspettare con pazienza quando la natura ha deciso lei di mostrarsi. Questo mese di maggio è stato fino ad oggi una specie di marzo. Tanta pioggia, freddo. L'erba è cresciuta tantissimo ma i fiori non ci sono. L'evento si terrà a Ghiggeri, alla sede di Erbando a 800mt , dove ieri sera ho ancora acceso la stufa, ogni giorno un temporale, intorno tanto verde ma poche corolle. L'iperico non si vede nemmeno, l'achillea ha qualche corolla chiusa, l'acqua ha solo contribuito a rovinare le rose e il biancospino. A questo punto ho deciso di postdatare a sabato 3 GIUGNO. SABATO 3 GIUGNO ORE 15 ALLE 18,30 - 19 LOCALITÀ GHIGGERI- VARESE LIGURE googlemaps https://www.google.com/maps/dir/44.3867152,9.5120359//@44.3850589,9.5110113,177a,35y,13.52h,45t/data=!3m1!1e3!4m2!4m1!3e0!5m1!1e4 Il pomeriggio inizierà con una breve passeggiata di riconoscimento e raccolta dei fiori eduli o di erbe usate nella piccola farmacopea casalinga contadina per poi tornare ed assistere ad una dimostrazione della trasformazione in maniera semplice, empirica come le nostre nonne. Consigli di base come seccare opportunatamente le corolle, come procedere per uno sciroppo di fiori o foglie, produrre un oleolito, comporre un mazzolino per profumare o fumigare, come conservare il tutto. Suggerimenti e consigli non avranno nessuna valenza medica, solo quella di trasmettere gesti antichi e ricette di un tempo che una volta erano consuetudine in tutte le case. Ogni persona tornerà a casa con il suo piccolo raccolto da trasformare in sciroppo o seccare per tisana, un vasetto con un olio da completare, un mazzolino da fumigare, le dispense cartacee. L'evento è aperto solo a un massimo di 10 persone, per riuscire ad avere risultati soddisfacenti per tutti. È indispensabile un abbigliamento adatto, pantaloni lunghi e scarpe idonee e un piccolo cestino per la raccolta. Contributo necessario all'Associazione Erbando 25€ Prenotazione su wsapp al 3486930662, con versamento di un anticipo di 15€ all' Iban dell'Associazione Erbando Intestato a: Associazione Culturale Erbando SWIFT: BAPPIT21R95 IBAN: IT06J0503449860000000001053 Causale: Evento Fior di Giugno È possibile effettuare il versamento dell'anticipo tramite Pay Pal inquadrando direttamente il Qrcode Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
- FIOR DI PRATO... PARTE PRIMA
Maggio è sempre stato per me il mese più atteso, il più bello per il tripudiare di prati fioriti prima della fienagione. Son almeno due anni che preparo questo articolo e mi sono resa conto come con il passare degli anni, i fiori sono sempre meno e diversi. Fra le tante ragioni c'è anche quello dell'abbandono di queste campagne. Errore di molti è pensare che i nostri meravigliosi prati fioriti fossero opera della natura e basta. In un ambiente antropizzato è difficile che sia così. Da tempi immemori l'uomo ha selezionato erbe che meglio servivano all'alimentazione animale e umana seminando e tagliando quando la pianta era andata in seme. Così da tempo cerco di chiedere ai pochi anziani e rintracciare fisicamente tutte le erbe da fieno che vedo perdersi in mezzo a selvatiche mai viste prima, quasi tutte contenenti qualcosa di tossico, colonizzatrici, veramente infestanti, che rendono i prati spogli della bella fioritura multicolore di un tempo. In Trentino, per esempio, hanno una cura diversa delle erbe, in specie di quelle usate anche nell'alimentazione umana e per i bagni di fieno, nella foto sotto io che mi godo un bellissimo bagno all'Alpe di Siusi. In pianura padana invece ormai si semina quasi solo erba medica e trifoglio. Un post sicuramente incompleto, tanto che ho deciso di dividerlo in più parti. - Luglio 2018- meraviglioso bagno di fieno all' Alpin Relax Chalet Tianes a Castelrotto - I TRIFOGLI È o è stata una delle piante foraggere più importanti, in Europa è ancora coltivato per centinaia di migliaia di ettari più per l'uso come pianta fresca che per fieno secco. Oltre a essere gradito dagli animali è pianta importantissima per il terreno dove viene seminata. Le radici sono in grado di trasformare l'azoto presente nell'aria, così da rendere il terreno fertile. Ciò avviene tramite colonie di batteri detti simbionti, presenti appunto nelle radici. Studi cercano di trasferire queste colonie ad altre piante per evitare interventi con costosi fertilizzanti chimici. Per questo il Trifoglio viene impiegato nelle colture di rotazione e spesso interrato. Il trifoglio è una delle migliori e più usate erbe da foraggio, una volta i contadini la chiamavano "erba da latte" . Usata preferibilmente fresca, secca tende a sminuzzarsi troppo. È una pianta commestibile, se ne possono mangiare i germogli teneri e i fiori e se ne può fare un tè. Una volta, le corolle seccate venivano macinate e unite alla farina per renderla più nutriente, specie durante le carestie. Ricco di proprietà curative, è un'estrogeno naturale raccomandato per prevenire l'osteoporosi in menopausa. Esistono come sempre diverse varietà di trifoglio. Il più comune, è il Trifoglio rosso, Trifolium pratense, delicatamente profumato, gradito anche a bombi e farfalle, oltre che alle api che non lo disdegnano per il miele millefiori, anche se alcuni pensano che non riescano a succhiare il nettare per i capolini troppo lunghi. Bellissimo e non mi stancherei mai di guardare, il Trifolium incarnatum, dai capolini allungati dalle delicate sfumature di rosa fino ad arrivare al rosso e il Trifolium repens, bianco e pure il Trifolium campestre giallo. Ma ce ne sono infiniti altri, divisi in ulteriori sottospecie L'ERBA MEDICA Ma non basta aver tre foglioline per credersi trifoglio, un'altra pianta da foraggio importante è l'Erba medica, Medicago sativa, forse più importante, perché più adatta di questo ad essere essiccata e insilata, anzi è preferibile servirla secca per evitare gonfiori negli animali. È ricca di vitamine e minerali e proteine vegetali, viene usata anche per estrarre carotene, clorofilla e vitamina k. È un altro ottimo fertilizzante del terreno, e usata come sovescio nei terreni impoveriti dalle precedenti coltivazioni. È specie officinale oltre che commestibile, anche se non conosco nessuno che la mangia. Una volta si usavano i germogli e i semi per insaporire le insalate, le foglie tenere crude o cotte e per fare pane e tisane. Studi scientifici confermano la sua capacità di ridurre il colesterolo nel sangue, e come il compagno trifoglio è utile nel periodo della menopausa e nelle convalescenze. Nonostante le sue proprietà non si chiama "medica" perché cura, si crede provenga da Media, regione della Persia, molti la conoscono come Erba Spagna, perché reintrodotta in Italia dalle dominazioni Spagnole del 1500. Anche di questa sono molte varietà, in foto quelle che ho trovato residue nei campi intorno. Negli anni qui praticamente nessuno l'ha più seminata ed è andata quasi sparendo. - Medicago sativa - - Medicago arabica - o Trifoglio del Calvario, dai fiorellini gialli, chiamato così per le macchie sulle foglie che si dice siano gocce di sangue cadute visto che la pianta si trovava ai piedi della Croce LA LUPINELLA Quanto mi è sempre piaciuto il fiore della Lupinella, del genere Onobrychis Mill., ce ne sono talmente tante e simili che davvero non riesco a definirne la varietà precisa. Una volta i prati e i poggi erano un tripudiare di rosa ed è una pianta foraggera seminata fin dal 1400, sconosciuta ai romani, importata forse dall'Asia più vicina per le sue grandi qualità, anche se adesso si trova spontanea, sempre meno, residuo delle semine di una volta. Resistente al freddo, alla neve, alla siccità, vive in terreni poveri, è uno dei fiori più bottinati dalle api, sia per il nettare che per il polline, una volta forniva un miele particolare ora rarissimo e adesso si spera ce ne sia nel millefiori. Come fieno è adatto sia verde che secco con davvero importanti proprietà nutritive e gli animali che lo sanno, la gradiscono. Non conosco se i suoi usi sono anche alimentari per l'uomo, se ho letto di lei non ho trovato si parlasse di tossicità, anzi. - genere Onobrychis Mill - LA SULLA Altra importante pianta foraggera e pure commestibile è la Sulla, che in fatto di coltivazioni se la batte con Trifoglio e Erba medica. L' Italia è il paese in Europa che ha più grandi coltivazioni di Sulla anche per la produzione di un miele uniflorale speciale ricco di proprietà e il rinvenimento di polline di Sulla viene considerato indice di provenienza italiana del miele. Oltre ad essere un ottimo foraggio per gli animali sia da pascolo che per essere tagliato e seccato, è un buon alimento per noi, si usano foglie e fiori cotti o crudi. La Sulla coronaria ha diverse proprietà usate in erboristeria sia per l'uomo che per gli animali. Contrasta efficacemente le infezioni gastro intestinali di ovini, bovini e pollame e nell'uomo riduce il colesterolo e ha proprietà astringenti. Qui non fiorisce prima di giugno e per forza ho dovuto scegliere una foto dal sito Actaplantarum - Sulla coronaria - LA VECCIA Al genere Vicia L. appartengono piante somiglianti al pisello e spesso sento chiamarle "pisello selvatico" e di fatto il nome botanico per esempio della fava è Vicia faba. Con i piselli condivide la famiglia, Fabaceae, ma non il genere Vicia, e occorre fare attenzione perché come tutte le leguminose va a seme con un baccello, ma non è detto che tutte le piante così siano completamente commestibili. Spesso si chiama pisello selvatico la Roveja, la Cicerchia, e appunto la Veccia, ma è necessario imparare a distinguere. Nel caso di una Cicerchia selvatica, Lathyrus hirsutus, comunissima, l'uso dei semi è stato abbandonato perché provocava un disturbo chiamato "latirismo" per la presenza di un amminoacido tossico, ed è proprio questa che spesso vedo confusa con il pisello selvatico e con la Veccia. Sono molto simili sia nel fiore che nella pianta le foto sono del sito Actaplantarum https://www.actaplantarum.org/galleria_flora/galleria1.php?view=1&id=1579 https://www.actaplantarum.org/galleria_flora/galleria1.php?view=1&id=1536 https://www.actaplantarum.org/forum/viewtopic.php?t=133841 La Vicia cracca, quella di monte che nasce qui, o anche la Vicia sativa, sono commestibili e venivano consumate foglie e fiori insieme ad altre erbe selvatiche. I semi non hanno molto gusto e nessuna proprietà di rilievo, quindi il suo uso in alimentazione è stato abbandonato, se non in una zuppa di origine francese. Anche questa è una importante foraggera e mellifera attira le api. varietà di Veccia - Vicia cracca - Tutte le piante presentate appartengono alla famiglia delle Fabaceae e sono state usate da sempre oltre che per alimentazione animale e umana per sovescio essendo, come scrivevo per il trifoglio, in grado di fissare attraverso le radici, l'azoto e rendere il terreno fertile per altre colture che ne hanno bisogno. CONSIDERAZIONI MIE Per concludere questa prima parte, alla quale seguirà una con le erbe meno appariscenti per i fiori e poi una dedicata alle varietà tossiche infestanti che hanno preso piede dopo l'abbandono dell'uomo nelle campagne, mi viene da dire che tutte queste erbe, che presto in gran parte dell'Appennino spopolato non esisteranno più, non servivano solo agli animali, ma anche all'uomo che le usava così o le dava appunto come foraggio, ottenendo sicuramente carne e latte più preziosi dal punto di vista nutritivo e del gusto. Gli animali oggi non hanno più una biodiversità così di alimento se pur lasciati liberi, perché i pascoli non sono più seminati, mi sono resa conto di questo perché ancora nei miei terreni tagliamo il fieno per venderlo e seppur in valle biologica, ho assistito personalmente al degrado dei prati in questi anni. Tanto da farmi un punto d'onore di seminare più che posso, ricercando semi che ancora sono in vendita per chi vuole, e scrivere queste poche parole per ribadire ancora una volta che la Natura è bella ma che noi a lei non siamo necessari, fa quello che le pare adattandosi. Se l'uomo la trascura e perde l'equilibrio con essa, non sarà lei a rimpiangere l'uomo. Se facciamo i turisti per andare a vedere la fioritura bellissima di Castelluccio di Norcia ricordiamoci che è opera della semina dell'uomo. A proposito c'è un progetto in corso perché i semi delle così dette infestanti che contribuiscono allo spettacolo, papaveri, fiordalisi, trifogli, ecc. che da sempre si cerca di isolare dal seme delle lenticchie, vengano messi in vendita e visto il via vai di turisti chissà se continueranno a seminare lenticchie dal timido fiore bianco. E per fortuna a Castelluccio ora è stato interdetto l'ingresso a auto e camper. Ancora una considerazione che pochi fanno quando amano avere un bel prato all'inglese e tutto tagliato intorno, per pulizia dicono, se non si lascia fiorire l'erba non andrà a seme e si estinguerà favorendo erbe più resistenti. L'erba alta con i fiori è rifugio di molti animali e insetti. Molti nidificano o hanno il loro cuccio protetti dall' "erba alta", nessun contadino avrebbe mai tagliato il fieno prima che questo andasse in seme e sopratutto perché a quel tempo uova e cuccioli sono schiuse e cresciuti. E se capitasse di trovare un nido di fagiano, o un cucciolo di capriolo allontanarsi lentamente e silenziosamente senza toccare nulla. Ricordo un anno che mio figlio interruppe il taglio del fieno quando si accorse di un nido di fagiana con i piccoli non ancora autonomi. E non accenno minimamente ai danni da taglio con i macchinari al posto delle grosse falci a mano usate un tempo. Camminare, saltare, giocare, insensatamente nel fieno alto, oltre ad essere di disturbo, crea un danno al fieno che non si rialzerà più rendendo difficile tagliarlo e sistemarlo, e comunque diventa poco appetibile per gli animali, insomma voi la mangereste un insalata tutta ciancicata? Per quello è così importante il ripristino e la pulizia degli antichi sentieri, dove sarebbe opportuno passare in armonia con la natura circostante, non con moto strombazzanti, per fare un esempio. Ricordo una solenne sgridata di quando ragazzina con gli amici distruggemmo una piana di fieno per andare a raccogliere fragoline e allegramente saltammo per tutto il prato e di quante volte fui accompagnata nei mesi successivi a vedere quei segni che avevamo lasciato e il danno che avevamo procurato. Ora chi oserebbe? ma forse non si salta nemmeno più nei prati... foto dal web Ape! Ti sto aspettando! Proprio ieri dicevo A qualcuno che conosci Che ormai dovevi arrivare- Le rane sono rientrate settimana scorsa- Si sono sistemate, messe all’opera- Gli uccelli, per lo più già qui- Il trifoglio caldo e folto- Riceverai questa mia entro Il diciassette; rispondimi Ö meglio, vieni direttamente- Tua, Mosca. E.Dickinson Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
- IL CUCCO
Quando canta il Cucco v'è da far per tutto; o cantare o non cantare, per tutto c'è da fare Sembra essere nel mio cuore da sempre, invece è solo poco più di un anno che conosco il Cucco con Sara e Fabio. Il luogo è a circa 490mt di altezza, nel Parco delle Capanne di Marcarolo, a una manciata di chilometri da Ovada, una cascina che è lì dal 1500, uno di quei posti dell’Appennino votati alla pura sussistenza, qualche animale, l’orto, legna, un campo di mais, uno di patate, così, come era una volta. Riparata a sud come si usa qui per via del Marino, il vento che infilandosi tra le gole arriva dal mare e rovinerebbe le colture, è illuminata dal sole tutto il giorno. Fame forse mai, lavoro tanto, intorno il nulla a forma di montagna, alberi, verde e il canto del Cuculo incessante. Il Gorzente scende vicino a formare i Laghi della Lavagnina e altri laghetti intorno. Laghetto nei pressi della Cascina foto di Antonio Andreatta Il precedente proprietario nel tempo l’aveva trasformata in una trattoria per i cacciatori di passaggio. Tutto a piedi, anche oggi, perché la Cascina pur essendo a una ventina di minuti dal casello di Ovada, è raggiungibile, nell’ultimo tratto di qualche km, solo così o tramite strade sterrate che consentono il passaggio di veri fuoristrada. Ma quando arrivi è un nido accogliente. Non funziona il cellulare, niente televisione, internet questo sconosciuto, l’unica connessione è con la natura. Negli ultimi anni si è intensificato il desiderio di aria aperta, e il luogo è meta di escursionisti che a piedi, a cavallo, o altri mezzi battono i tanti sentieri naturalistici all’interno del Parco per raggiungere i Laghi, fare Birdwatching o semplicemente respirare una natura incontaminata. Quando si ama veramente, niente è impossibile Da Genova, Sara e Fabio, una vita insieme, volevano davvero qualcosa di diverso e qui hanno trovato quello che cercavano. Con il lavoro tutto delle loro braccia hanno e stanno ancora ristrutturando gli edifici, mantenendo il più possibile intatti i manufatti originali, creato una piccola azienda agricola con qualche animale, galline e capre, tre cani pastori, un orto, e i prodotti ricavati sono utilizzati per il punto di ristoro del loro circolo. Con la tessera di appartenenza si può partecipare agli eventi, organizzare pranzi e cene, approfittare dell’area tende, un barbecue, e in seguito sarà a disposizione qualche camera. I tavoli fuori nella bella stagione e intorno prato. Sara e Fabio mirano, oltre che all’auto produzione, all’impatto ambientale zero, quindi nessun detersivo chimico, pannelli fotovoltaici, impianto di fito depurazione, dry toilet, compost toilet. Il cibo proposto viene dall’orto o dagli animali della Small Farm, o dai vicini (non troppo vicini) che producono miele, formaggi, farine di grani coltivati in zona, meno di km0. Le ricette si intersecano fra cucina ligure italiana e piatti di tutto il mondo conosciuti da Sara e Fabio nei loro viaggi, così tra pansoti e corzetti con le noci, si trovano idli e Ćevapčićio, ragù di lenticchie o burger di fassona. Vini… siamo a Ovada non devo aggiungere altro, anche la birra artigianale è locale. Niente televisione, ma tanti libri a disposizione degli ospiti Brigadoon, Brigadoon, Blooming under sable skies. Brigadoon, Brigadoon, There my heart forever lies. Let the world grow cold around us, Let the heavens cry above! Brigadoon, Brigadoon, In thy valley, there'll be love! Ma il Cucco non è solo luogo di passaggio, vale la pena venirci apposta. Il mio rapporto con Sara e Fabio e il Cucco è partito dal loro desiderio di conoscere le erbe selvatiche intorno alla cascina per usarle in cucina. Sono arrivata in un giorno nebbioso di Aprile e l’impressione è stata di aver trovato il mio Brigadoon, il posto magico, fermo nel tempo, che appare ogni 100 anni per un giorno solo e fortunati coloro che lo scoprono. Superato il primo smarrimento da mancanza di internet, cellulare ecc., la magia del luogo, il canto costante del cuculo, il sorriso accogliente di Sara, l’entusiasmo di Fabio mi hanno conquistata. E così è un anno che arrivo, parto, arrivo, parto, con la scusa delle erbe da riconoscere, i pansoti da fare, provare la ricetta di qualcosa, basta stare un po’ qui in cucina con Fabio, a chiacchierare con Sara, nella magica atmosfera del nido della Fossa del Cucco. Ma sarà davvero solo un anno? o saranno cento più cento più cento più cento ... Forse un mattino andando in un'aria di vetro, arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore da ubriaco. Poi, come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi, case, colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. Eugenio Montale Per i contatti: Cascina Il Cucco Fossa del Cucco 78, Casaleggio Boiro, Italy 327 854 8388 - cascinailcucco@gmail.com Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>
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- Erbando | Bricco della Gallina | Eventi | Lella Canepa
Mappa >> Programma >> Informazioni >> Lella Canepa Riconosciuta esperta in materia, eredita le sue competenze dai suoi avi, attraverso esperienze dirette pluriennali, libri, manoscritti. Breccanecca Prebuggiun & Aperitivo 07 Febbraio 2018 dalle ore 17.00 alle ore 19.00 Programma dell'evento Prebuggiun & Aperitivo © 17:00 - 19:00 Un meraviglioso pomeriggio alla riscoperta del Prebuggiun immersi nel verde di Breccanecca, ospiti del Bricco della Gallina . Enrico e Giovanni in collaborazione con Lella Canepa, in rappresentanza dell' Associazione Culturale Erbando , presentano "Il mio Prebuggiun " un incontro dedicato alla conoscenza delle erbe spontanee che compongono la deliziosa pietanza ligure, tipica della zona di Breccanecca . L'incontro consta di una parte teorica dove vengono presentate e descritte dal vero e con integrazione di foto e informazioni sulla raccolta, le erbe una a una. Inoltre sarà realizzata al momento con metodo semplice casalingo la prescinseua. A tutti i partecipanti verrà consegnato un cd-libro con tutte le fotografie e le informazioni avute durante l'incontro, corredato di un depliant. Alla fine sarà servito un aperitivo con assaggio di prebuggiun e prescinseua. Costo: Aperitivo e contributo associazione 25 euro a persona È necessaria la prenotazione al 0185 380193 Mappa Programma Vuoi avere maggiori informazioni sull'evento? Inserisci i tuoi dati qui a fianco e un tuo messaggio. Ti contatteremo nel più breve tempo possibile. Chiedi informazioni! Successo! Messaggio ricevuto. Informazioni
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