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Il Blog di Lella Canepa

M'AMA NON M'AMA? 😍 la Pratolina ci ama!


È gennaio, Ú davvero inverno, la natura dorme o sembra dormire.

In realtà sta preparando il vestito nuovo per la primavera che verrà.

Una volta era quasi ora di andar per erbe, la prima vera verdura fresca che si aveva a portata di mano, prima di quella coltivata nell'orto, ma Ú ancora oggi il momento di disintossicare l'organismo dal pesante cibo invernale, o di cominciare a pensare alle cure di bellezza per essere in forma l' estate prossima,

e quindi non rimane che tornar per erbe.

La prima, la più timida ma la più tenace, quella che ci accompagnerà fino all'inverno prossimo Ú la Pratolina.

Chi non conosce la margheritina di campo? Diffusissima, facilmente riconoscibile, il suo nome scientifico Bellis perennis che tradotto letteralmente significa "guerra perenne", ma a me piace pensare di più a "perennemente bella", infatti resiste anche a temperature secche di -15° e proprio con il freddo a ingrassare le sue foglie e prima di fiorire diventa una pianta utile per l'alimentazione.

Ovviamente come per tante specie botaniche non esiste solo la Bellis perennis ma anche altre, difficilmente riconoscibili per i profani come me.




Non si Ú soliti mangiarla da sola ma nel misto di erbe; Ú infatti la prima che vi presento fra le erbe del "Prebuggiun", la preziosa pietanza ligure composta da diverse erbe spontanee commestibili semplicemente bollite e condite così con olio o usate per ripieni e frittate.


A questo proposito ricordo che presto inizieranno gli incontri con l'Associazione Culturale Erbando dove sarà possibile insieme a me imparare a riconoscere tutte le erbe dal vero; iscrivetevi alla mailing list per ricevere le date, o contattatemi (qui>>) se volete un evento vicino a casa vostra.



Si raccoglie ovviamente la rosetta basale delle foglie, si pulisce dalla terra, si lava insieme alle altre e si fa bollire.

Nel caso della Pratolina, spesso considerata un'infestante per il modo con il quale tappezza i prati, Ú utile tutto, anche il fiore.

Alla fine dell'inverno i boccioli semplicemente messi sotto sale (grosso, marino) usati come fossero capperi, i fiori nelle insalate.

Ma non finisce qui.

Il tÚ di margheritina Ú ricostituente e depurativo ed espettorante in caso di tosse, calma e tonifica; per la sua azione decongestionante Ú usato sul viso e per le occhiaie; gli antichi Romani avevano schiavi che si occupavano solo di raccogliere sacchi di fiori che lavati e pestati venivano tenuti con garze sulle ferite e sui traumi quasi come l'arnica.

E il vino? due manciate di pianta intera, fiori e foglie senza la radice, in un litro di vino bianco per quindici giorni, filtrare e conservare per bere a piccoli bicchierini contro il mal di testa da cattiva digestione.

Ma udite udite l'oleolito Ú un ottimo rassodante per seno, cosce e addome.

Con la solita formula di una manciata di fiori, fatti leggermente appassire per togliere l'umidità e messi in un contenitore dove non passi la luce, coperti di olio di oliva.

Dopo venti giorni Ú pronto.



Chi di noi bambine, non ha fatto una coroncina di margheritine per adornarsene, senza sapere il ripetersi di un gesto antico che significava il non aver ancora scelto l'amato?

E chi non ha provato a fare m'ama non m'ama con i suoi petali come la moglie di Luigi IX, Margherita di Provenza, che sapendolo lontano alle crociate, profeticamente per prima interrogò le margherite, conservando i petali per poi mostrarglieli al suo ritorno, come prova del suo amore?

Chissà se sapeva che i petali della margherita, come tante altre cose in natura, seguono la sequenza di Fibonacci, e così cominciando con 1- m'ama Ú più facile avere una risposta positiva?



Ma perchÚ la pratolina alla sera si colora chiudendo le corolle?

Potevo non dirvelo?

Narra la leggenda, che una sera, durante la fuga d'Egitto, la veste della Madonna sfiorò il prato tappezzato di margherite e queste, timide, per l'emozione

arrossirono chinando il capo... ☺







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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che Ú spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

 

Tutti gli usi alimurgici o farmaceutici indicati sono a mero scopo informativo, frutto di esperienza personale, declino ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

 

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