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Il Blog di Lella Canepa

LA PORTULACA OVUNQUE




Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,

donne, ragazzi, vecchi, fanciulle ...


Ho scritto "Portulaca ovunque" perché ovunque se ne sente parlare, appena si nominano erbe selvatiche, subito qualcuno interloquisce: "la portulaca che buona! tu la mangi? la portulaca ha gli omega3 ... ecc. ecc.

Alla fine ovunque è anche qui, nel mio blog dove mi sembrava giusto parlarne, a mio modo come sempre, anche se non ho mai capito quando e perché è cominciato il delirio per questa pianta.

Al nord nessuno la conosceva fino a qualche tempo fa, un po' come la rucola che ce la siamo ritrovata in tutti i piatti mentre prima la schifavamo quasi.

Al centro e al sud invece era conosciuta da tempo e con i nomi più diversi da sempre mangiata, poi con i cambiamenti climatici la stiamo ritrovando come infestante anche al nord, persino nei vasi sul terrazzo.



Come per altre erbe, qualcuno ha riscoperto le sue innumerevoli proprietà, spingendo soprattutto su questi famosi Omega3, grassi polinsaturi che così tanto fanno bene, come se fosse l'unico vegetale ad averli.

Non ho le competenze per discutere sui riconosciuti benefici di questi grassi, vorrei solo ricordare come le popolazioni lontane dal mare, queste ultime potevano avere il giusto apporto dei detti grassi dai pesci e dalle alghe, hanno sempre mangiato per esempio Semi di lino (qui >>>Del lino dei semi e delle loro virtù) o il tanto invece disprezzato olio di colza.

Tutto ciò non per sottovalutare la tanto amata Portulaca, ma per dimostrare come è facile, se non si approfondisce, farci credere un po' quello che ci si vuole far credere.

Tanto da omettere quasi sempre che l'erba in questione ha anche qualche controindicazione e cioè la presenza importante di ossalati che la sconsigliano vivamente a chi soffre di calcoli renali ed è scientificamente provato inibiscano l'assorbimento di calcio e magnesio da parte dell'intestino.

Sempre perché la verità è quella che tutto, ma proprio tutto va assunto con la giusta dose, e non sull'onda di mode o simili, tipo precipitarsi a mangiare portulaca tutti i giorni "perché ho sentito dire che ha gli omega3".

Tanti altri vegetali li hanno.




Regolarmente venduta a mazzi sui mercati specie del Nord Europa, dove non è ancora così infestante, quest'erba è conosciuta e mangiata in tutto il mondo da sempre, per il suo sapore acidulino, fresco, fra il dolce e il salato, qualche volta leggermente pungente, che può piacere o meno.

Spesso cruda, in insalate miste, ma la moda adesso suggerisce zuppe e cotture che secondo me già tolgono abbastanza delle famose proprietà.

Visto che si trova senza difficoltà in abbondanza, l'aggiunta classica a dei pomodorini, con o meno cipollina fresca, su una galletta genovese, se non meglio friselle, specie la volta che non si ha insalata, piace anche a me.

Qualcuno ci fa un pesto, per quanto mi riguarda ho sempre pensato che con pinoli, olio e aglio sia facile far diventare appetibile molte cose.

Non ho ricette da mettere cotta.

So che si può mettere sott'olio con lo stesso procedimento di altri ortaggi e che viene venduta così confezionata anche a prezzo alto.

Proverò per capire, bollita in vino bianco e aceto con un chiodo di garofano, lasciata asciugare e poi coperta di olio, chissà che non mi convinca nei duri e freddi inverni.



Il riconoscimento è facile, l'aspetto strisciante, incontrollato, tanto che gli Arabi la chiamavano "pianta pazza", spesso in mezzo alle piante di pomodori, nell'orto resistente a qualsiasi forma manuale di diserbo.

Le foglioline piccole, grasse, carnose, verde chiaro, ricche di acqua, per questo resistentissima anche alla siccità, una delle poche vegetazioni che si ritrovano verdi anche in pieno solleone, specie nelle regioni mediterranee.

Un' erba che proprio per questa sua caratteristica serviva a nutrire uomini e animali nelle lunghe e calde estati del sud, e quindi si ritrova facilmente in piatti greci, nella cucina cretese, nel sud della Francia, ma anche in Argentina, ecc.


il disperato tentativo del mio vicino di estirparla dall'orto

Il fiorellino di quella selvatica piccolo e insignificante di colore giallo.

Una curiosità sul nome Portulaca oleracea, la specie più comune, oleracea significa più o meno ortaggio, invece portulaca sarebbe da "piccola porta", per il curioso aspetto della capsula che contiene i semi, che si apre come un piccolo scrigno.

I tanti nomi popolari Porchiacca, Purcacc, ‘Mbrucacchia, Purchiadedda, forse derivano dal fatto che è un'erba grassa, o che era cercata dai maiali, mentre al nord è più facile trovarla con il nome di Porcellana per la sua consistenza e il suo aspetto liscio, verde e rigoglioso, quasi lucido, mentre intorno è tutto secco.


Come per altre piante comuni sono state selezionate specie ornamentali resistenti al caldo e alla siccità, per i giardini, con fiori grandi semplici o doppi, di colori diversi, che si possono trovare in tutti i garden.

Chissà se anche quella ornamentale è commestibile? non ho trovato notizie al riguardo, certamente gli eventuali trattamenti per piante fiorite da giardino ne sconsigliano l'uso alimentare


Portulaca ornamentale - foto dal web -











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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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