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Il Blog di Lella Canepa

IL FUNGO ESCA


foto di A. Andreatta


Il fuoco è un simbolo naturale di vita e passione,

sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa davvero vivere.

Susanne K. Langer



Da tempo avevo in mente di scriverne, ma mancava la materia prima, non mi riusciva più di trovarne nei boschi.

Finalmente, domenica, giusto in tempo prima che si spengano tutti i fuochi dell'inverno, per il compleanno di mio figlio, in mezzo al bosco, mancando la candelina, un suo amico ha pensato bene di improvvisarne una, accendendone un pezzo per metterlo sulla torta, trovato attaccato ad un castagno lì nei pressi.

E così mi sono decisa a parlarne.


Si tratta del fungo esca, Fomes fomentarius, un fungo non commestibile della famiglia dei Polipori, che cresce sugli alberi di latifoglie, specialmente faggi, e provoca la marcescenza dei tessuti legnosi o marciume bianco.

Lo stesso nome significa proprio carburante del fuoco, esca del fuoco ... "fomentare un fuoco".

Le piante colpite da questo fungo sono destinate a morire e cadere a terra per decomporsi come natura vuole, mentre se si dovesse presentare in una coltivazione o in alberi ornamentali andrebbe contrastato.


foto di A. Andreatta





Non è l'unico fungo usato come esca per il fuoco, un po' tutti i funghi lignicoli, quelli che si ritrovano con questa forma che sembra una mensola o meglio ricorda uno zoccolo, a strati, vengono usati con questo scopo, ma quello che mantiene di più il fuoco, anche per trasportarlo, che si accende meglio, è questo,

Quello, sotto in foto, ritrovato domenica e acceso è probabilmente invece un Fuscoropia torulosa.

Oltre alla forma, diversa, più a ventaglio e meno "a zoccolo", il sotto è color cannella e al taglio leggermente diverso, anche se pure questo ha all'interno la "carne" che viene trattata per poterla usare.




Il Fomens oltre a accendersi con facilità, in realtà non brucia, anche in condizioni avverse, forma una brace che rimane accesa per molte ore, permettendo così di poterlo conservare, in un contenitore adatto, e spostandosi essere in grado di avere un fuoco pronto da innescare al momento che serve.

Pratica non facile come sembra a dirla, ma restava una delle poche, se non l'unica, possibilità... e i fiammiferi non furono in commercio come tali se non dopo la metà del 1800.

Per come usarlo correttamente rimando a questo video:



Il rapporto con il fuoco è ancestrale, il suo controllo da parte dell'uomo, ciò che lo distingue effettivamente dagli animali e che lo ha portato a credersi il padrone della natura, risale almeno a 125.000 anni fa.

Ötzi, l'uomo di Similaun, la mummia circa 5300 anni fa, ha nel suo corredo due pezzi di poliporo di Betulla che oltre a procurargli velocemente un fuoco, venivano probabilmente usati anche a scopi terapeutici, uso che si è protratto fino al XX secolo.




Non molti anni fa, grazie al Museo del Bosco>>> , ho scoperto di come in Liguria, a Fontanigorda, in Val Trebbia, esistesse una fiorente "industria" per il trattamento di Fomens fomentarius, che veniva raccolto dagli uomini, e poi lavorato dalle donne per ottenere bende a uso chirurgico, come emostatico.

Prima essiccato, poi tenuto in acqua, battuto con mazze di legno e bagnato nel nitrato di sodio, ridotto a sfoglia fino a diventare un simil tessuto morbido come velluto.

Esportato anche all'estero, le richieste si protrassero fino alla seconda guerra mondiale.

I documenti e gli strumenti di lavoro sono oggetto di uno studio per un giusto recupero del patrimonio culturale e di un progetto di Mostra ipermediale già in rete l'anno scorso >>>

Proseguono negli anni 2000 gli studi per comprendere gli usi medicinali possibili, anche se i meccanismi di azione non sono ancora chiari, gli sviluppi sono interessanti, anche nell'ambito di contrasto di alcune cellule tumorali.



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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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