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Il Blog di Lella Canepa

IL LUPPOLO E LA BIRRA DI TORZA

De' Lupoli

... E perché questo simplice è sovrano a rinfrescare e purificare il sangue,

gli uomini che non vogliono per ogni leggier cagione molestare il medico,

né saziar gli 'ngordi speziali, e pur è loro a cuore la salute de' corpi loro,

pigliano un piccicotto di questo simplice e altrettanto fumoterra, cicoria, indivia e boraggine, e tutte insieme, ben lavate, in acqua senza sale fan cuocere.

Giacomo Castelvetro

1546 - 1616

Avrei potuto non parlare del Luppolo, soprattutto da quando conosco la Elisa? Anzi è proprio lei e la sua avventura luppolosa che mi hanno dato lo spunto per questa categoria di post: La mia Gente.

Conoscere giovani motivati e caparbi, che lottano per fare qualcosa per il territorio contro tutto e tutti, che dal nulla e nel nulla inventano un lavoro che gli permette di coltivare in modo non consueto la terra e di non andarsene dal proprio paese, be'... non è poco.

È tosta la Eli, oltre che caparbia, lo si capisce subito, sguardo diritto, forza trascinante, decisa senza esitazioni, sa cosa vuole e ci mette tutta se stessa, anche fisicamente, nel progetto che porta avanti.



Partendo dall'inizio, il meglio che può succedere ad un giovane qui nell'Alta Val di Vara, se non decide di percorrere tutti i giorni 70-80km per lavorare nelle città vicine, è di mettere su un'azienda agricola, mucche da carne, o pecore, i campi frammentati dell'entroterra ligure non permettono grandi culture redditizie, già tanti lo fanno, la Eli no, voleva qualcosa di diverso, e sì che il lavoro lei lo aveva trovato, fisso e ben retribuito, ma non avrebbe dato niente al suo paese e avrebbe fatto vivere lontano lei.

Da sempre, il nonno nel paesino di Torza, (maps qui>>>) sulle sponde dell' omonimo torrente, nelle prime colline alle spalle di Sestri Levante, una volta passaggio obbligato sulla statale che porta a salire verso Parma o a scendere verso la Riviera, aveva un laboratorio di produzione di spuma e di rivendita di acque in bottiglia, spume, vini, sosta dei viaggiatori quando le strade non erano asfaltate e si doveva fare il passo.

Perché lasciare perdere tutto, anche il ricordo? Un bar era troppo semplice, scontato e ripetitivo e questa terra certo non adatta a produrre grosse quantità di vino, ma è giovane la Eli e le viene in mente la birra ... fare la birra... ma sul serio, partendo da piantare un luppoleto, usare il grano della sua amata valle e rispolverare il laboratorio del nonno, così qualche anno fa nasce Torza una Blonde Ale chiara ad alta fermentazione con note fruttate finali.



Per questo colgo l'occasione per parlare, oltre che della sua avventura, del Luppolo, pianta che si trova anche spontanea, spesso lungo i corsi d'acqua, in luoghi umidi, ricercata per i suoi germogli primaverili, chiamati bruscandoli usati e creduti come asparagi e spesso purtroppo confusi con le cime di Tamaro o di Vitalba.



Ricordo perfettamente la prima volta che mia madre tornando da un giro nella valle sotto casa, mi fece vedere i coni verdi, che lo distinguono in estate, dicendomi - questo è il Luppolo - incredula io, perché non pensavo fosse così facile trovarlo, mi convinsi quando scoprii che chi aveva costruito e abitata la casa tanti anni prima, il medico del paese, una volta faceva la birra.

Non me ne sono più interessata fino a qualche anno fa, quando è iniziata l'avventura del Birrificio di Torza, La Taverna del Vara e così sono riaffiorate alla mente le parole di mia madre, di come fosse usato anche come medicamento.

Per quanto ho letto, a supporto delle sue parole, ha notevoli proprietà conosciute fin dall'antichità.

Tutti i grandi curatori di un tempo ne parlano, dall'arabo Mesuëil Giovane, Ildegarda di Bingen, Albert il Grande fino ad arrivare al XX secolo con Pasteur e Koch che le provarono scientificamente.

Usati principalmente i suoi coni, i fiori delle piante femminili, per le proprietà calmanti, spesso si trova in associazione con la Valeriana, è una delle erbe più adatta per gli Herbal Sleep, i famosi Cuscini Profumati qui>>>




Re Giorgio III del Regno unito curò la sua insonnia con un cuscino di coni di luppolo.

È stata inoltre riscontrata una certa attività pro-estrogenica usato in campo femminile specie in menopausa e per questo sconsigliato l'uso in gravidanza.

È uno stimolante del succo gastrico, un antiossidante e un antinfiammatorio.

Le più importanti proprietà sono nella sostanza viscosa gialla, normalmente chiamata lupulina, contenuta fra le brattee dei coni dei fiori femminili, una resina ricca di olii essenziali aromatici.



Questa, anche secca, ha effetto cicatrizzante, e proprietà elasticizzanti, purificanti e antipruriginose, utili nelle dermatiti.

L'uso più conosciuto è quello di aromatizzante per la birra, ma non solo.

Le confermate attività antibatteriche ne fanno pure un conservante e uno stabilizzante, specie della schiuma.

Le stesse proprietà antibatteriche sono allo studio per curare la Tubercolosi, gli operai delle fabbriche di birra tedesche, oltre ad avere problemi di sonnolenza, avevano una conclamata resistenza a contrarre il morbo.

Insomma nel 1984 il Luppolo è stato immesso nell'elenco delle piante fitofarmaceutiche.

È fra luglio e agosto il momento di cercare, dove in primavera raccoglievamo i teneri germogli per fare il risotto, i preziosi coni da far seccare e usare cum grano salis, quel minimo di prudenza, sempre informandosi bene e chiedendo pareri più illustri del mio, seccarli velocemente per usarli in tisana o per metterne qualcuno nel miele per sedare la tosse, o meglio farsi un cuscino per dormire sonni beati.




Per il riconoscimento, il Luppolo, della famiglia delle Cannabaceae, è una pianta che si arrampica e con i suoi invisibili uncini si aggrappa a quello che trova, fino una decina di metri e vive anche 20 anni.

Ci sono diverse varietà, fra quelle coltivate e quelle spontanee.

Uno dei più conosciuti l' Humulus lupulus ha le foglie divise in tre-cinque lobi, con il margine dentato, abbastanza ruvida la pagina superiore, mentre quella inferiore piuttosto resinosa, che diventano intere e cuoriformi nella parte alta della pianta.

Le piante sono maschili e femminili, quelle maschili hanno fiori diversi, una specie di pannocchia di fiorellini pendente, mentre quelle femminili i famosi coni verdi con le bratte fra le quali c'è la lupulina, quella che conferisce alla birra il caratteristico aroma e che bisogna fare attenzione a conservare seccandoli.


Il Birrificio va avanti, con l'aiuto del cognato Simone, il sogno di Elisa sta diventando realtà confermata e conosciuta, in questi anni progetti e collaborazioni con altre giovani aziende hanno portato a realizzare diversi tipi di birra, di castagna, con il farro e altri prodotti, come il ri-uso delle trebbie anche per fare il pane.

Volete una birra tutta vostra? con ingredienti che volete voi? Elisa ve la fa su misura con la vostra etichetta personalizzata.

E inoltre un susseguirsi di eventi proprio al Birrificio, come quello di sabato 8 e domenica 9 agosto o per un ferragosto diverso.

Qui per conoscere i particolari


Tutte le sue birre le potete trovare bene descritte nel sito Taverna del Vara (qui>>>) e se volete potete riceverle anche a casa.

Neanche in questi tempi particolari il Birrificio si è fermato, nel periodo di distanziamento, Eli ha continuato a lavorare e a portare la birra a casa ai suoi clienti e il suo motto era "Torza e coraggio".

Se passate da Torza fermatevi allo spaccio, visitate il luppoleto, assaggiate le sue birre, scoprirete una realtà giovane che sa di antico, di lavoro, di fatica fisica, di progetto come in questi tempi è davvero difficile trovare.


... Da sonno a veglia fu Il sogno in un baleno. Giuseppe Ungaretti


Due cenni storici importanti.

Recenti studi archeologici confermano l'antico popolo dei Liguri come grandi bevitori di birra, la Bryton e si sa che spesso era aromatizzata da un miscuglio di erbe ... devo aggiungere altro? la Eli ed io ci stiamo pensando ... che un giorno magari vi troverete a bere la birra al Prebuggiun? 😀 🌿🍺🌿








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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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