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Il Blog di Lella Canepa

A L'ÊA ’NA SCIXÈRBOA ...🌿🌿🌿

Fra le erbe che resistono anche ai freddi invernali e spuntano per prime c'è la scixèrboa o sciscerbua, un'erba molto comune ovunque, in campagna come in città, dove c'è una fessura nel marciapiede o al limite di un prato incolto o persino in un vaso sul balcone.

È pianta che accompagna la civiltà umana quasi da sempre, dopo la cicoria è una delle prime usate per l'alimentazione, tanto che nella specie più comune, il Sonchus oleraceus, oleraceus significa "simile a verdura dell'orto"

Plinio il Vecchio racconta come Teseo se ne fece un gran piatto prima di entrare nel labirinto ad uccidere il Minotauro.

Comunemente chiamata crespigno, grespino, in Liguria è conosciuta appunto come sciscerbua, una parola che non definisce solo quest'erba ma era usata anche per identificare le giovani ragazze un poco vanerelle, leggere, in quel periodo che non esiste più, fra l'adolescenza e la giovinezza, quando l'essere anche un poco insipide era loro perdonato.

Infatti non è erba dal sapore particolarmente accentuato, leggermente amaro che sta bene e ha il suo perché nel misto ligure di erbe che è il Prebuggiun,(qui>>>) ma che io non uso da sola, o perlomeno così mi è stato insegnato.

Il suo genere scientifico è il Sonchus e per quello che mi riguarda ne riconosco due o forse tre.




In questa foto una pianta molto simile che nulla ha a vedere con un Sonchus, ma confondibile. A dimostrazione di come è facile sbagliare. Nulla di grave è commestibile anch'essa, ma è pur sempre un'altra cosa. È una Mycelis muralis (L.) Dumort, detta anche Lattuga dei boschi. La differenza si sarebbe vista se avessi aspettato la fioritura.

La confusione è possibile perché anche il gruppo dei Sonchus subisce infinite varietà, Sonchus oleraceusL., Sonchus asper L. Hill, Sonchus tenerrimus L., riconoscibili scientificamente solo dai frutti.

Un seme di sciscerbua può rimanere nel terreno fertile anche 10 anni.


Per l'identificazione, a scopo alimentare, di una o dell'altra non ci sono molti problemi, vista la facilità di reperimento ovunque.

Le foglie, a forma di lancia, dentate, potrebbero far credere a un tarassaco, ma da un'attenta osservazione se ne vedono le differenze sia nel colore che nella forma e nella consistenza.


Spesso il gambo, cavo, vira al rossiccio, e le foglie in qualche varietà sembrano quasi essere spinose.




Ogni dubbio è fugato con il fiore che non è singolo, come nel tarassaco, ma in capolini simili a margherita, di colore giallo, riuniti insieme, che poi diventano fioccosi con il seme.

a destra fiore di sciscerbua

tanti capolini su uno stelo


A sinistra fiore di tarassaco, uno stelo cavo per ogni fiore,

fiore molto più grande

I suoi utilizzi in cucina sono i soliti di un misto di verdure: bollite e condite con olio e limone, ripassate in padella, nei ripieni di torte e Pansoti (qui>>>).


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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un Manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

 

Tutti gli usi alimurgici o farmaceutici indicati sono a mero scopo informativo, frutto di esperienza personale, declino ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

 

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