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Il Blog di Lella Canepa

TARTE TATIN


Tata, ta tarte tatin tenta Tonton ; tonton tâta ta tarte tatin, tata.



Questo è il risultato di un naso schiacciato nella vetrina di una boulangerie a Saint Tropez al ritorno di un viaggio in Provenza con una cara amica tre anni fa.

Appassionate entrambe di cucina e dolci, ci chiedevamo come mai si facesse, perché era evidente che non aveva niente da spartire con le solite ricette di torta di mele rovesciata che si leggevano in giro.

La mia amica, più informata di me, aveva discusso la ricetta che aveva passaggi che non era riuscita a carpire.

Il caramello perfetto, scuro ma non bruciato, le mele cotte ma non spappolate, la pasta ma che pasta?

Le nostre incognite erano più o meno ma il caramello non rimane poi attaccato? ma le mele non fanno acqua sotto la pasta? ma la pasta?

In questi giorni di raccolta di mele mi sono capitate tre belle renette e lo Strudel (ricetta qui>>>) lo faccio sempre, ho ricominciato a pensare a quella che avevo visto in vetrina in Francia e a tutte le ricette e le foto che mi erano passate in questi anni davanti senza che mi venisse voglia di farla, perché nessuna assomigliava neppure lontanamente.

Poi, la svolta... cerca che ti cerca trovo una ricetta in francese, l'ho tradotta alla bella meglio, chissà se avrò capito bene, i passaggi diversi mi hanno convinto che era quella giusta.

Per quanto mi riguarda è venuta perfetta.

Ho usato una piccola teglia di alluminio di 18 cm. con queste dosi:

  • Tre mele renette, sbucciate e divise metà e poi in quarti, non fette sottili

  • 60gr. di burro e

  • 120 di zucchero per il caramello

  • 50gr. di burro e

  • 100gr. di farina (la mia integrale) per la pasta brisé (no pasta frolla, no pasta sfoglia)

  • un pizzico di sale e poca acqua fredda

Accendo il forno a 200°

Sbuccio e taglio le mele

Con 50gr. di burro freddo e 100 di farina un pizzico di sale e due cucchiai di acqua fredda preparo la pasta.


Metto sul fuoco medio direttamente nella teglia gli altri 60gr. di burro e i 120 gr. di zucchero e li faccio appena sciogliere, tolgo dal fuoco, e sistemo i pezzi di mela in cerchio, anche in due strati, cercando di stringere il più possibile.



Infilo nel forno a 200° e faccio cuocere per una ventina di minuti.

Passati i 20 minuti tolgo dal forno e rimetto la teglia con le mele sul fuoco e faccio caramellare, con attenzione perché non bruci



Nel frattempo tiro la pasta non troppo sottile, appena più grande della teglia e bucherello con la forchetta.

Sistemo sopra la pasta, premo sui bordi e infilo in forno per altri 20 minuti, fino a che la pasta non è dorata.



Sfornata, lascio riposare un poco, poi, per sformarla, rimetto la teglia sul fuoco basso per un minuto per sciogliere appena il caramello,



giro su un piatto, et voilà ...



È molto buona e nonostante sembri una torta piena di burro e zucchero ne ha sempre meno che se fosse fatta con la pasta frolla che in più ha le uova e della pasta sfoglia che avrebbe più burro.

Entrambe si inzupperebbero troppo, mentre la pasta brisè rimane friabile al punto giusto.



Stephanie e Caroline Tatin

Aggiungo solo quello che sappiamo un po' tutti, che è nata intorno agli inizi del '900 nel ristorante delle Sorelle Tatin a Lamotte-Beuvron, chi dice per una dimenticanza, chi dice che la torta rovesciata era già nota nella zona e Caroline e Stephanie aggiustarono solo la ricetta, tanto che tutti andavano da loro a mangiarla.

Portata a Parigi da un critico gastronomico, tale Curnonsky, che la presentò con la fantasiosa storia delle mele bruciate per aver dimenticato di mettere la pasta sotto.

Arrivò da Maxim's che la rese famosa servendola ai suoi tavoli, sempre con il nome di Tarte des demoiselles Tatin .

Finalmente è arrivata anche a casa mia.



Le informazioni che ho qui condiviso sono del sito https://www.unprincipeincucina.com/la-storia-della-tarte-tatin/



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Lella

 

Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.


Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.


Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>


 


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