STRUDEL
Di Voi, Signore e Signorine, molte sanno suonare bene il pianoforte
o cantare con grazia squisita, molte altre hanno ambitissimi titoli di studi superiori,
conoscono le lingue moderne, sono piacevoli letterate o fini pittrici,
ed altre ancora sono esperte nel tennis o nel golf,
o guidano con salda mano il volante di una lussuosa automobile.
Ma, ahimè, non certo tutte, facendo un piccolo esame di coscienza,
potreste affermare di saper cuocere alla perfezione due uova al guscio.
Ada Boni "Il Talismano della Felicità" 1927
Era il tempo delle mele... è il tempo dello strudel.
La ricetta della pasta per il mio strudel, lo confesso subito, è tratta paro paro dal Talismano della Felicità, un must dei libri di cucina, che tutte le brave spose di una volta dovevano avere nel corredo, e io, come si dice, lo ebbi e tanto lo usai, come si vede...
Un libro utilissimo, completo, dove prendere spunti su tutto, e da parte mia, che difficilmente seguo una ricetta come è scritta, questa invece ha un piccolo segreto ed è talmente facile e scarna di ingredienti con una riuscita superlativa, che non l'ho mai abbandonata.
Provare per credere.
Per un buon Strudel, occorrono innanzitutto le mele, per quanto mi riguarda cerco di usare quelle che ho, in questi giorni sono sommersa dal raccolto delle mele e scelgo quelle ammaccate, non perfette, che so non si conserveranno e quelle uso, a caso, mescolate.
Alcuni preferiscono la Mela Renetta, adatta quando è soda e acidula.
Per il resto 250gr. di farina, in questo che ho fatto ieri più di metà era integrale, un uovo, un pizzico di sale, mezzo cucchiaio di zucchero, mezzo bicchiere di acqua, 50gr. di burro, che per questo ho sostituito con pari olio di arachide, sempre perché non riesco a non modificare una ricetta, ma soprattutto perché volevo farlo e non avevo burro.
Nella farina a fontana metto l'uovo e zucchero e sale, poi l'acqua intiepidita quel tanto o anzi, quel poco per far sciogliere il burro, o appena intiepidita con l'olio, impasto velocemente, sbattendo con forza sul tavolo, poi formo una palla.
E qui il passaggio importante. Nel frattempo ho messo sul fuoco una pentola più grande della palla di pasta, e più alta, vuota, con il coperchio e la faccio scaldare.
Una volta calda, tolgo il coperchio e la giro sulla palla di pasta, che non tocchi ne alle pareti ne in altezza e lascio così per un quarto d'ora.
Passato questo tempo la palla di pasta sotto la pentola è diventata estremamente elastica e facile da tirare, perché la pasta dello strudel deve essere così sottile "da poter leggere una lettera d'amore" messa sotto ...
Tiro la sfoglia su di un canovaccio da cucina pulito, o anche sul tappetino di silicone, bene infarinato, per poterla più agevolmente arrotolare una volta farcita.
Ungo appena appena con un poco di burro liquefatto, sempre se ce l'ho.
A questo punto posso mettere sopra tutto quello che voglio: tradizionalmente mele a fettine, qualche cucchiaio di marmellata qualsiasi (meglio albicocca, prugna, mela) qua e là pinoli, mandorle a fettine (le preferisco con la buccia), uvetta sultanina appena ammollata in acqua tiepida (ma se piace rum), ma anche noci spezzettate, buccia di limone, un pizzichino di cannella se piace, e sopra a tutto due cucchiai di pane grattato finissimo fatti rosolare in poco burro e una spolverata di zucchero
Lascio liberi i bordi perché arrotolando il ripieno tende ad uscire e riempie.
Quando ho messo tutto quello che voglio, o quello che ho, delicatamente prendendo i lembi del canovaccio ( o quelli del tappetino di silicone) sollevo e lentamente arrotolo facendo scivolare poi direttamente nella teglia.
Chiudo bene ai lati e spolvero la superficie di zucchero e qualche pinolo per decorazione
Un milione di anni fa, la prima volta che lo feci, pensando la ricetta un po' misera, raddoppiai le dosi, ottenendo un rotolo lungo un metro che non sapevo in che teglia mettere e dovetti piegare per poterlo infornare... 😂😂😂
Cottura dolce, forno medio, per un'oretta. Cotto, spolverizzo con zucchero a velo.
Toglietevi l'illusione che sia un dolce trentino, tirolese o austriaco... lo portarono i Turchi con 200 anni di dominazione in Ungheria, dove all'originale dolce ottomano, la Baclava, vennero aggiunte le mele così facili da trovare in quella zona.
Con la conquista dell'Ungheria da parte dell'Austria arrivò a Vienna che lo nominò Strudel, dalla traduzione letterale della parola vortice o gorgo o mulinello, proprio perché la pasta va arrotolata intorno alle mele e non come tanti fanno, semplicemente chiusa intorno al ripieno.
Se si vuole fare i goduriosi è possibile servirlo con crema pasticcera, crema inglese, zabaione o con una pallina di gelato alla crema... SLURP...
Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti.
Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo.
Lella
Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi.
Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna.
Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>