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  • DON SANDRO LAGOMARSINI

    Belle sono le cose che si vedono più belle le cose che si sanno ma più belle di tutte sono le cose che non si sanno ancora Niccolò Stenone Don Sandro non è il mio parroco, ma quello di una parrocchia confinante con la mia. Impossibile non averne sentito parlare, nel bene e nel male. Per quanto mi riguarda, come già ebbi a dire, non c'è stata volta che anche pochi minuti insieme a lui, non siano bastati a imparare qualcosa, non fosse che per andare contro. Da lui vado quando voglio diradare le nebbie della mia mente, quando il pensiero comune sta per possedermi, quando mezza parola sua mi aiuta a tirarmi su dall'appiattimento. Definirlo perennemente "in direzione ostinata e contraria" sarebbe ancora un eufemismo, sono ormai famose le sue diatribe, al primo posto quella che porta avanti ormai da 25 anni, anche fisicamente, raggiungendo a piedi le sue chiese per le funzioni, per protestare contro l'amministrazione comunale con la quale contesta la proprietà del sagrato della chiesa di Cassego. La protesta è annunciata a gran voce da striscioni bianchi scritti a mano con il colore rosso, che tutti possono vedere, salendo per la strada provinciale che da Sestri Levante porta a Varese Ligure e su per Cento Croci. https://www.gazzettadiparma.it/home/2022/04/12/news/don-sandro-migliaia-di-chilometri-a-piedi-per-rivendicare-la-proprieta-del-sagrato-638765/ Classe 1940, è arrivato a quasi 25.000 km tutti a piedi e non dimostra davvero la sua età. La sua vita è passata tutta nella frazione di Cassego e la parrocchia di Valletti in Val di Vara da quando, giovane appena ordinato, fu mandato su per farsi le ossa come sacerdote e vi rimase poi per le sue posizioni sempre contrarie. Studente all'Università di Pisa fu il primo nelle contestazioni, organizzatore di un Cineforum dove si proiettavano e si discuteva però di Fellini, Bergman, Pasolini, conversazioni sull'educazione sessuale, e poi contro la Guerra in Vietnam, ed erano gli anni '60. Infine seguace di Don Milani, tanto da fondare nel 1968 lui stesso un doposcuola, sul modello di Barbiana, per i ragazzi, figli di contadini, che non era costume far continuare la scuola, tanto in agricoltura servono le braccia, portandoli a ragguardevoli risultati e facendo conoscere loro "altro". Sempre dalla parte dei considerati diversi, degli emarginati, dei lasciati indietro perché intanto dove vuoi che arrivino. https://www.youtube.com/watch?v=tDfqDi-GOak&t=22s&ab_channel=ScuoladiBarbiana Ancora negli ultimi anni contro la cultura del biologico, contro il pensiero dilagante falso naturalistico che non serve a preservare la montagna e le genti che ci abitano. Don Sandro mi ha insegnato che la natura non ha bisogno dell'uomo, che se l'uomo ci vuole abitare deve vivere in equilibrio con essa e che qualcosa va sacrificato. Che questa nostra poca terra abbarbicata sui monti va tenuta con tanto lavoro fisico manuale, con le strategie semplici dei nostri anziani, che non può dare quello che non ha, ma con rispetto reciproco può restituire molto in pace, serenità, soprattutto pensando a una Liguria più a valle, in riviera, dove l'abbandono di questi monti, l'incuria nelle nostre valli, la trascuratezza dei nostri rivi, arriverà un giorno, e già lo sta dimostrando con i disastri conseguenti alle piogge, alle sempre più frequenti alluvioni, alle calamità che pochi comprendono come partano da più in alto. Senza pensare a grandi progetti di grandi coltivazioni o di grandi allevamenti basterebbe che si aiutassero le poche persone ancora presenti sul territorio a mantenere bene quello che c'è. Organizzatore di cortei di protesta per qualunque bisogno, l'ultimo per la riapertura di una strada franata che per due anni ha aspettato i lavori, con i disagi che ne conseguivano per la popolazione di Valletti. Grande conoscitore di erbe, scrittore di numerosi libri, collaboratore di vari giornali, custodisce un piccolo museo contadino visitabile su prenotazione, dove è un piacere incredibile sentirlo raccontare la storia e l'uso di ogni oggetto. Anni fa mi rese disponibile un locale a Valletti per permettermi l'esposizione della mia piccola mostra sulla vita delle donne, che ha dato poi origine a tutto il progetto del sito e del blog e che ha girato negli anni successivi tutto il Tigullio, con una serie di presenze incredibili, dandomi fiducia, senza voler sapere niente di quello che facevo, liquidandomi con tre parole:- Fai quello che vuoi, basta che non ti serva il mio aiuto, che non c'ho tempo.- Salvo poi supportarmi ogni volta che ce n'è stato bisogno. Negli anni l'ho sentito discutere di qualsiasi argomento, compreso cantare in giapponese una volta che arrivò un gruppo a visitare il museo. Non è facile essere sempre d'accordo con lui, già non è facile riuscire a parlare con lui, nicchia sempre un po', non ha tempo, poche parole, quelle necessarie e poi esci con due libri in mano, un vaso con una pianta importante e un'idea. E nel caso la conversazione si fa più lunga conviene proseguire mentre si va a piedi da qualche parte, così per non perdere tempo. Indelebile nella mia memoria un ricordo personale. Nell' arrovellamento che porta la decisione di separarsi dopo trent'anni di matrimonio, decisi di andare anche da lui per "capirmi", cosa volessi davvero fare. Dopo una sgridata megagalattica su noi ragazze di città che ci innamoravamo degli uomini di campagna senza sapere a cosa andavamo incontro, ancora molto confusa, mi congedai dicendogli :- Vabbè Don Sandro, preghi per noi. - e lui serafico sulla porta: - Sai come si dice? quando chiami il prete ... è per l'estrema unzione ...- Come sempre aveva ragione, e la nebbia si diradò ... - S.Anna - Valletti 2008 Al link per l'approfondimento su di lui, ma in rete si trova di tutto e di più, video, articoli, e i suoi libri. https://www.amegliainforma.it/2021/11/30/don-sandro-lagomarsini-un-saggio-scomodo/ Per il museo contattare la parrocchia di Cassego: 0187 843053 Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • FIOR DI GIAGGIOLO

    ... la brace qua copre, là desta, passando, frr, come in volo, spargendo un odore di festa, di nuovo, di tela e giaggiolo. G.Pascoli Quest'anno tutto sembra correre più degli altri anni, complice l'inverno poco freddo, le giornate soleggiate e infine adesso finalmente la pioggia, che accelera lo sbocciare di tutto quello che ardentemente la aspettava. Già da metà aprile in giro ho visto Giaggioli fioriti, le orchidee dei poveri, che una volta usavo per adornare l'altare il giorno di San Filippo Neri, essendo la seconda metà di maggio, più o meno, l'epoca di sbocciatura qui. Se la natura sembra essere precipitosa, la mancanza d'acqua ha fatto si che tutti i fiori siano pochi, molto meno degli altri anni. Gli Iris che si trovano ancora qui nei poggi, selvatici, in campagna, una volta invasivi, sono quelli dal grande fiore blu violaceo, con tre petali ritti interni e tre pendenti esterni spesso ondulati. Giaggioli li abbiamo sempre chiamati e Iris invece le varietà diverse da giardino, ma è una distinzione che non esiste, sono tutti Iris, anche se forse mia madre intendeva per giaggioli quelli con il rizoma e per iris quelli con i bulbi venduti come fiori da giardino. - foto dal web- Ho scoperto poi la parola derivare da "ghiacciolo" per via dell'Iris bianco, frequente nelle campagne toscane e preso a simbolo della città di Firenze, chiamandolo erroneamente Giglio Fiorentino. Un curioso aneddoto vuole che lo stemma Ghibellino fosse fiore bianco in campo rosso, ma alla vittoria dei Guelfi i colori furono invertiti. Dagli anni '50 esiste una competizione che promuove la ricerca di un Iris dello stesso rosso di quello del Gonfalone della città, che ancora nessuno è riuscito a riprodurre. Sotto Piazzale Michelangelo a Firenze un giardino racchiude le tremila specie di colori diversi, che sono uscite fino adesso dalle ibridazioni ed è uno spettacolo vederli in questi giorni fioriti. Con queste genti vid’io glorioso e giusto il popol suo, tanto che il giglio non era ad asta mai posto a ritroso né per division fatto vermiglio… La Divina Commedia - XVI canto del Paradiso. IL GIARDINO DELL'IRIS - qui>>> E spinse Iri, ch’à d’oro le piume, a recare un messaggio: «Iri veloce, va’, reca ad Ettore questo messaggio... Iliade, XI,18 il nome Iris da Iride, messaggera funesta di Zeus, con ali d'oro, vestita di gocce di rugiada riflettenti la luce. Lascia dietro di sé, scendendo dall'Olimpo, un arco iridescente di mille colori, preferita da Giunone, alla quale invece porta solo buone notizie, e che la trasforma in arcobaleno. Fiore conosciuto da tempi antichissimi, pare che il faraone Thutmosis III, 1500 anni prima di Cristo, lo portò dalla Siria e che alcune raffigurazioni della pianta si vedano nel tempio di Amon a Karnak. Se è arrivato fino a noi è anche per le sue proprietà usate specialmente in profumeria. È nello stemma di Firenze, perché le colline toscane ne sono coperte, specie della varietà Iris pallida, coltivato da tempi remoti per essere inviato alle profumerie, soprattutto di Grasse in Francia, ma ovunque nasca un profumo. Anche se negli ultimi anni la produzione è diminuita tantissimo, per via del lavoro quasi esclusivamente manuale di raccolta, essiccazione e pulitura del prezioso rizoma, che dura anche tre anni prima di avere il prodotto finito, aspetta il riconoscimento di una Igp che lo valorizzi ulteriormente. È ormai diffuso l'uso di prodotti di sintesi che non potranno mai dare lo stesso risultato, Anche se pochi lo sanno il suo profumo fa parte anche del bouquet di alcuni liquori. Ed è appunto la radice o meglio il rizoma che contiene la preziosa fragranza, anche se già il fiore la annuncia. Dopo tre anni della messa a dimora viene tolto dalla terra, pulito dalle barbe uno per uno con un roncolino, i migliori, rizoma bianco, spellati e messi a seccare al sole, altri recuperati anche così e detti rizoma nero, seccati a fette. Solo alla fine di tutti i passaggi si sentirà il profumo intenso di violetta che non si avverte nel rizoma fresco. Tutto il lavoro è svolto manualmente. Oltre ai profumi e ai liquori è usato anche in cosmetica, per esempio macinato per essere aggiunto a ciprie e a talchi. Si racconta che la Contessa di Castiglione usasse cospargersi con la polvere di Iris, chiamata per questo la polvere della Contessa, per far cadere gli uomini ai suoi piedi Al link sotto un interessante video sulla lavorazione del rizoma in Toscana Come tante piante bulbose o con rizoma ha una mappa di protezione che varia da regione a regione e da varietà a varietà. Non ho notizie certe sulla sua commestibilità, pare che fosse usato per tosse e depressione, in casa noi mai usato, anzi, ritenuto se non proprio velenoso, quasi. Come per tante altre cose ho trovato notizie contrastanti quindi mi attengo a ciò che ho sempre fatto o visto fare. Quello che invece proverò sarà di mettere un rizoma secco nel cassetto della mia biancheria, come facevano le nostre nonne, per sentirne sprigionare il profumo ogni volta che lo apro. Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • DI FAVE, SALAME E ERBEGGIA

    Uno degli appuntamenti immancabili, che segnava l'arrivo della primavera sulle nostre tavole liguri, erano fave, le baxane*, e piselli freschi, questi ultimi chiamati erbeggia nel Tigullio. Calcolata attentamente la semina perché i primissimi fossero pronti a Pasqua e se, negli anni di Pasqua bassa, qualche volta non si riusciva, non potevano assolutamente mancare il 1 maggio. Ancora oggi se per la Domenica Santa sono una specie di benvenuto, il pre antipasto, il per così dire amouse bouche, per la festa del lavoro la fanno da padrone insieme a pecorino e salame. Non è un caso che si trovino insieme in questo giorno e non solo per appetibilità. Nelle case dei contadini, anche il primo salame era arrivato a stagionatura giusta, e, passata la Pasqua, senza l'agnello, le pecore davano proprio il latte per un primo sale. Non c'è ricetta né da cuocere né da assemblare, ma solo l'accortezza di scegliere ingredienti inappuntabili da portare in tavola. Per i genovesi il salame è quello di Sant'Olcese, qui in campagna una volta era quello preparato in casa, tutti avevano almeno un maiale. Ora io preferisco quello dell'Antico Salumificio Castiglione di Castiglione Chiavarese garanzia di bontà e qualità. Per Fave e Piselli, se si ha la possibilità, è meglio prenotare per tempo presso una Azienda agricola del territorio, in riviera uno dei tanti orti che aderisce a Antichi Ortaggi del Tigullio fra i quali spicca il dolcissimo Pisello di Lavagna. Il formaggio è per tradizione quello dei pastori sardi emigrati che pascolano ancora oggi le loro pecore nei monti intorno a Genova e possibilmente fresco Un buon tagliere circondato di baxane e erbeggia in ta teiga pe u salamme e furmaggio de pegua e il Primo Maggio cominciava così, all' arrivo degli amici, mentre qualcuno faceva fuoco sotto le ciappe per cuocere la carne. qui>>>IN SCIÂ CIÀPPA e si aspettavano i Maggianti con le Cantâele qui>>>IL LILLÀ LA MIA CANTÂELA. Qualche anno fa, da un'amica ho gustato per la prima volta (non è mai troppo tardi per assaggiare cibo nuovo) il Cunduçin di Lavagna, un piatto semplicissimo, derivato dal più classico Cundigiun del quale un giorno parlerò, niente altro che un'insalata di piselli e fave sgranate, crude, con cipollotto fresco tagliato sottile, condite con abbondante olio ligure e salato alla bisogna. Il mio oggi, perché un po' di erba la devo mettere ovunque, è con l'aggiunta di qualche ciuffo di Sciguelli qui>>> una piccolissima dadolata di pecorino e qualche grana di ribes rosso, provare per credere. * tutte le parole in genovese sono tratte da il Dizionario Genovese-Italiano - Giuseppe Olivieri Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • CARCIOFINI SOTT'OLIO

    Dopo tanto tempo fra erbe, raccogli le erbe, porta le erbe, racconta le erbe, oggi mi sono concessa un pomeriggio. D'altra parte si aspetta la pioggia benedetta e riuscirò a stare un po' a casa, viste le previsioni, l'altra sera, tornando, al supermercato, ho trovato un po' di carciofini, ovvero gli ultimi carciofi piccoli che rimangono sulla pianta nei rami secondari e che vengono usati per essere conservati sott'olio. Il periodo che si trovano in vendita almeno qui da noi è questo, tra fine aprile e inizio maggio poi non ne arrivano più, e quelli dell'altra sera mi sembravano già abbastanza malconci da essere gli ultimi. Li ho presi lo stesso, mi piacciono troppo, e nonostante l'aspetto esteriore so che dentro poi saranno diversi, d'altra parte o faccio questi e devono essere piccoli, o non mi perdo a mettere sott'olio quelli più grandi divisi a spicchi, perché sono davvero tutta un'altra cosa, un altro sapore, al di là dell'aspetto estetico. Pulirli è meno tragico di quanto possa sembrare, basta osservare qualche accortezza. Si taglia sotto le punte, si taglia all'attaccatura del gambo, si arrotonda il fondo in modo da togliere in solo gesto anche le prime foglie più dure, e il carciofino è pronto da mettere a bagno con acqua fredda e limone. Puliti tutti, si fanno bollire in aceto, con un grano di pepe, una foglia di alloro, sale, uno spicchio d'aglio. Non serve molto liquido, appena appena coperti, e si fanno cuocere cinque minuti, non di più perché non serve, devono essere bei croccanti. Premuti leggermente in un canovaccio pulito e lasciati asciugare qualche ora, si sistemano poi per bene in una arbanella pulita e si coprono di olio di oliva, distribuendo il pepe, l'alloro e l'aglio bolliti insieme. Non metto mai prezzemolo nelle conserve, mi sembra diventi scuro e cambi sapore, aggiungerne un poco fresco al momento dell'uso è un attimo. Dovrebbero rimanere una decina di giorni per insaporirsi, io non ci riesco quasi mai, a meno che non ne trovi una quantità tale che mi permette di farli durare un po' di più. Classici nell'antipasto, sulla pizza, per una pasta veloce, un contorno, una bruschetta e chi più ne ha più ne metta. I più grandi, quando in questo periodo vengono venduti a cassetta, li pulisco con lo stesso metodo, taglio in quattro e dopo una brevissima sbiancatura di pochi minuti in acqua bollente li metto in congelatore e saranno pronti per fare torte, sughi, stufati. Metto in congelatore, in anni che si possono comperare senza un mutuo, anche quelli di prima scelta, tagliati a fette spesse, passati nella farina poi nell'uovo sbattuto e infine nel pane grattugiato pronti per friggere assolutamente in olio evo Altre ricette con i carciofi https://www.lellacanepa.com/single-post/2018/02/15/torta-patate-e-carciofi-a-modo-mio https://www.lellacanepa.com/single-post/2018/03/31/pasqualina-e-cappuccina Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • FIOR DI PERVINCA

    ... pur viva è la boscaglia, viva sempre ne’ fior della pervinca... - Il bosco - G.Pascoli Ogni volta che arriva la stagione dei fiori, ognuno che vedo mi sembra sempre il più bello, il più perfetto. Fra questi tra i primi della stagione ci sono senz'altro i fiori di Vinca e ricordo sempre la prima volta che bambina li vidi nel bosco, meravigliata, credendo che un fiore così dovesse essere scappato da un giardino. Invece siamo noi che dal bosco l'abbiamo presa e portata ad abbellire gli angoli ombrosi, anche da paesi lontani. Tappezzante, in grado di sconfiggere qualsiasi altra erba, con una piccola talea in poco tempo si può avere un tappeto sempreverde che non teme il gelo e che a primavera si copre di fiori tra un azzurro e il viola tendente al grigio, il color pervinca appunto. Per questo motivo in alcuni paesi questa selvatica è messa al bando e si preferiscono varietà tropicali coltivate meno resistenti e meno espansive, anche se la nostra con le sue radici fitte contribuisce a tenere fermi i terreni in pendio. Presente nei boschi di tutta Italia, fino a più o meno 1000 mt., normalmente in due varianti la Vinca minor e la Vinca major, più una in Sardegna Vinca difformis. Il nome dal latino con il significato di "legare" proprio per i rami flessuosi e resistenti. Le foglie verdi lucide su tralci dapprima irti e poi striscianti a formare nuove radici. Occasionalmente si può trovare bianca, a volte raramente con le foglie variegate, quelle nei garden in diversi colori provengono dai tropici. Se si vuole abbellire un angolo ombroso del terrazzo con pochi vasi si può avere un effetto spettacolare. - foto dal web - Ahimè, questa però non si mangia, anzi meglio fare attenzione per la presenza di una certa tossicità importante, quindi niente usare i fiori, neanche per abbellire un piatto... e quanto me ne dispiace. Sono certi i suoi effetti, usati in farmacologia per medicinali legati all'irrorazione cerebrale, affezioni vascolari dell’encefalo, per migliorare le funzioni del cervello come vasodilatatore, se è capitato a qualcuno di assumere per qualche motivo una medicina di questo tipo, dopo per esempio un'ischemia è possibile che fosse a base di Vincamina, l'alcaloide estratto proprio dalla Vinca minor. Per usi esterni pare faccia bene alla pelle con dermatosi, eczemi e fermi il sangue. L' infuso di foglie sembra sia una cura di bellezza per il viso, applicato come impacco sulle pelli delicate, io non ho ancora provato, nel caso diventassi bellissima vi saprò dire. Fiore pallido, pervinca timida Conosco il luogo dove sbocci, Ai piedi delle montagne, la tua fronte si piega per incantare meglio i nostri occhi amorevoli! » La pervinca , Alphonse de Lamartine In tempi antichi, conoscendone bene gli effetti, veniva usata per filtri d'amore e indicata come il cibo di cui si nutriva Venere e chiamata Viola delle streghe. Ancora adesso navigando per internet si trovano pseudo ricette antiche e me ne stupisco molto, visto che non è davvero il caso di fare prove per avere poi possibili disturbi sia a poco dall'assunzione che dopo qualche tempo; dalle solite nausee e vomito a mal di testa e allucinazioni, per arrivare nel giro di una settimana al coma. Aux quatre coins du lit, aux quatre coins du lit Quatre bouquets de pervenches, quatre bouquets de pervenches Quindi nonostante le proprietà magiche di rendere la nostra unione d'amore grondante di fedeltà lasciamo perdere, nel caso si può arrivare a infilare le foglie nei materassi come facevano una volta, o a spargerle sotto il letto dell'amato perché ci resti fedele, dato che l'altra usanza, quella francese, di legare quattro mazzetti di pervinca ai lati del letto delle spose vergini credo sia difficilmente attuabile. Venivano anche sparsi fiori sul cammino che gli sposi facevano il giorno delle nozze, al giorno d'oggi abbandonate le pretese di fedeltà e tantomeno di verginità sarà opportuno farsi bastare il significato associato a questo fiore: tenacia nel preservare i bei ricordi. Per questo la Pervinca è anche un fiore dei morti visto che con i suoi rami si intrecciavano corone funebri a perenne ricordo di chi lasciava questa terra Frammezzo a ciuffi di primule, in quel fragrante pergolato S’arrampicava la pervinca con le sue ghirlande, E qualcosa mi diceva che ogni fiore Si beava dell’aria che respirava. Gli uccelli a me d’intorno saltellavano per gioco, E pur non sapendo leggere nei loro pensieri, Il loro minimo sussulto Mi sembrava un guizzo di piacere. I rami in boccio aprivano i loro ventagli, Per irretire i soffi della brezza, E per quanto dubiti son sicuro Che là regnava il piacere. Se questi pensieri non so allontanare, Se tale è il senso della mia convinzione, Non ho forse ragione di dolermi Di ciò che l’uomo ha fatto dell’uomo ? (W. Wordsworth, 1798 Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • FIOR DI LUNARIA, FIOR DI MONETA

    È davvero questo l'anno della Lunaria! Non ne avevo mai visto tanta, andando e tornando dai miei monti al mare è tutto un color rosa violaceo ai bordi delle strade, quasi qualcuno l'avesse seminata. Speriamo sia di buon auspicio, visto che nel linguaggio magico delle piante, per la somiglianza dei suoi frutti con delle grosse monete, il nome con il quale è più conosciuta è Moneta del Papa, la si ritiene portatrice di ricchezza, in grado di proteggere dalla miseria e dagli spiriti maligni e che ce ne sia bisogno in questo periodo non c'è dubbio Lunaria pare invece derivi dal nome "luna" che gli alchimisti davano all' argento convinti come erano che questa pianta riuscisse a trasformare il mercurio appunto in argento. D'argento diventano i frutti quando seccando, strofinati e tolti delicatamente i semi fra le due parti, rimane un sottilissimo disco madreperlaceo che può ricordare una moneta e per alcuni riflette la luce lunare. Quanti ne facevamo una volta perché fossero pronti per abbellire le case in inverno, adesso mi piacciono anche così seccati e basta, sempre per usarli in composizioni dall'autunno in poi . Il motivo perché ne parlo qui non è il mero ricordo melanconico del suo uso decorativo, ma per il fatto che anche questa è un'erba commestibile, e commestibile in tutte le sue parti. I fiori, decorativi in un angolo del giardino, sotto ad altri alberi o arbusti, profumano specie di sera e sono ricercati da api e farfalle. Dal fiore si evince facilmente si tratti ancora una volta di una parente del cavolo, della senape, del ravanello ecc. cioè della famiglia delle Brassicaceae o Crucifere per via dei quattro petali in croce, quindi il suo gusto è piccante, da tener presente se si usano i fiori, o i frutti verdi ancora immaturi, le siliquette, nelle insalate. I semi possono essere pestati e dare un condimento davvero molto simile alla senape, mescolati ad aceto e sale. Ho già scritto diverse volte che le piante con sapore così prevalentemente piccante non fanno parte dei miei misti di erbe, per il semplice motivo che mi sembra alterino troppo il gusto delle altre, mentre sono usate da chi piace. Così le prime foglie che escono in primavera, basta essere certi di riconoscerle, il fusto, i fiori, la radice in autunno quando diventa più carnosa, bollito o crudo tutto è commestibile, basta che sia gradito il sapore. Come sempre esistono diverse varietà botaniche di Lunaria, alcune con fiori anche bianchi e frutti più allungati che rotondi e si nota la somiglianza con una parente, la Alliaria>>>qui che però si distingue immediatamente per l'odore di aglio. Come altre erbe comuni le si sono sempre attribuite proprietà curative, ora studi scientifici si soffermano sui suoi contenuti di acido nervonico, utile per il cervello, che potrebbero essere interessanti nella cura dell' Alzheimer e della Sclerosi. Ricca di vitamina C e minerali e antiossidanti, qualche foglia non può che far bene. Non mi risulta sia protetta, ho letto comunque che in alcuni luoghi è ritenuta rara, qui quest'anno non lo è di sicuro. Occorre ricordare che è una pianta bienne, solo in alcuni casi eccezionalmente annua, nonostante il nome dato a una varietà da Linneo, Linaria annua, la più comune. Sarà il caso di farne gran scorta, nella speranza che funzionino gli effetti magici, che possa regalarci salvaguardia dai maligni, dalla miseria e riporti gli uomini alla chiarezza e all'onestà come il suo nome inglese Annual honesty sembrerebbe significare. Forse quest'anno ce n'è tanta proprio perché la natura sapeva che ne serve una quantità notevole, per tutti. Buona Pasqua -foto dal web- Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • EVENTO STRAORDINARIO

    Questo post è per un evento che si terrà domenica 10 Aprile all'Hostaria Tranquillo di Bargone. Nonostante non si parlerà di erbe lo pubblico volentieri qui sul mio blog perché l'idea è conseguita dalla Domenica Sarvega di qualche settimana fa. Sarò presente anche io ma soprattutto ci sarà lui, Giulio Cassinelli, il mito della focaccia ligure. Per chi non lo conoscesse ne avevo già parlato qui>>> CASSINELLI, IL MITO . Sono stati anni difficili per tutti, e molte cose non sono più come prima. Sarà quindi un'occasione speciale quella di poter incontrare Giulio e vederlo lavorare. La magia dell'impasto che lievita sotto le sue mani non è descrivibile da nessuna immagine, da nessun video, bisogna assistere dal vero. L'evento con inizio alle ore 15, darà modo di preparare con lui un impasto base ottimo per la focaccia al formaggio, per la torta pasqualina, per le focaccette fritte e una volta eseguito portarselo a casa dove può durare tre giorni in frigorifero. Saranno ovviamente descritti tutti gli usi e le preparazioni possibili con le modalità di cottura e una o più focacce al formaggio saranno cotte sul posto. Insieme sarà dimostrato ed eseguito da Giulio l'impasto della Focaccia Genovese all'olio, la focacetta con la cottura della stessa nel forno a legna, sempre con ricetta e consigli per la migliore esecuzione a casa nel forno elettrico. Al termine, intorno alle 18,30 - 18,45 un aperitivo con le focacce e focacette appena cotte, qualche altro assaggino della casa e vino bianco. Il tutto solo con un contributo di 25 euro a testa, pomeriggio, impasto e aperitivo. È possibile volendo prenotarsi a pranzo o a cena I posti sono limitatissimi per prenotare chiamare al 3421601908 Giulio è un ragazzo di 85 anni al quale io faccio fatica a stare dietro, sono figure che non esistono più, per l'immane lavoro manuale che hanno fatto durante la vita, per l'entusiasmo che sanno trasmettere, persone con le quali anche solo passare qualche tempo insieme non può che arricchire, esperienze come quelle che si possono fare una domenica pomeriggio così non sono facilmente accessibili. Ci sarò anche io, senza erbe questa volta, perché lui merita tutto lo spazio possibile, conosco Giulio da quando andavo ai suoi corsi tanti anni fa, poi la vita ci ha fatto incontrare e lui mi onora della sua amicizia. Solo un rammarico: quando assaggi la sua focaccia, morbida, cotta a puntino, unta il giusto, che non ti rimarrà mai indigesta, non puoi davvero più mangiarne altra. Conviene quindi imparare a farla con lui, domenica 10 Aprile all'Hostaria Tranquillo. Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • CARDAMINE

    Un'altra erba talmente infestante da non poter fare a meno di scriverne, specie in questo periodo che si trova un po' dappertutto, persino sui vasi nei terrazzi. Un'altra erba commestibile poco conosciuta qui nella mia zona dal punto di vista alimentare, io stessa non ne vado matta come mi succede per tutte le erbe che hanno un che di "piccante" nel sapore. È più facile mi succeda di usare i fiorellini bianchi come guarnizione nelle insalate, sulle tartine, nel mio Burro Fiorito qui>>>. A fine inverno spunta un po' ovunque e forse a questo deve uno dei suoi nomi volgari Billeri o crescione primaticcio, preferendo l'ombra e l'umido, con la sua rosetta di piccole foglie leggere, riconoscibili per la forma tondeggiante attaccate allo stelo quasi senza picciolo. Subito, velocemente spunta l'infiorescenza, un grappolo di fiori bianchi, con quattro petali, dai quali si vede come appartenga alle ex-crucifere, ora Brassicaceae e dalla foto si nota anche le foglie sul fusto sono diverse da quelle della rosetta e hanno piccolissimi peli quasi invisibili che non si notano al tatto, ma le fanno avere, in questa specie, il nome di Cardamine hirsuta. Il frutto lungo, una siliqua, esplode appena lo si sfiora, quando i semi giungono a maturazione. Altre varietà di Cardamine sono presenti in natura. Tutte hanno sapore che ricorda il crescione e forse è per quello che non mi interessa più di tanto. Molte persone credono infatti che questo sia il crescione. Tutti i posti vengono bene per spuntare, nella foto sotto esce tutto intorno da un cesto pieno di terra, piccolissima ma riconoscibile e completa. Rosetta basale, fogliolina lungo lo stelo, peletti, fiore e semi. È ricca di vitamine e sali minerali, sempre se usata cruda, la cottura li eliminerebbe in gran parte. Su alcune varietà di Cardamine deposita le uova una farfalla comune: l'Aurora, l'Anthocharis cardamines. ...Si vouz cherchez l'aurore Trouvez la cardamine ... Quidonc >>> foto da flickr Non ha fama di pianta fortunata, in certi posti si crede che raccogliendola c'è la possibilità di essere morsi da un serpente entro l'anno o che la casa sia colpita da un fulmine ... Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • PREBUGGIUN E PREBUGIN

    Cronaca di una allegra se pur fredda giornata in quel di Rapallo Che avventure incredibili mi stanno regalando le erbe! Avevo sentito parlare di questa novità da articoli letti qui e là, con la complicità di ParlaComeMangi è stato quasi naturale l'incontro tra Prebuggiun e Prebugin sabato scorso a Rapallo, nella bancarella messaci a disposizione in Via Mazzini dall'amico Guido. Ancora una volta io portavo le erbe del Mio Prebuggiun per parlarne e farle conoscere e uno scatenato Giuse Cabona mi affiancava con il suo innovativo Gin a base di erbe del Prebuggiun. È stata una conoscenza davvero piacevole, l'interesse comune e l'entusiasmo di entrambi ha annullato la distanza generazionale e ci siamo divertiti come solo chi è appassionato può fare. Chi è Giuseppe Cabona? è un giovane ma capace barman, molto conosciuto nel Tigullio, che l'amore per la sua terra lo ha messo tutto dentro l'idea di un gin dove il ginepro è distillato insieme ad alcune erbe, le più classiche, del misto ligure usato in cucina. Intuitivo il nome che ne è conseguito: Prebugin! La sua idea si incontra con Matteo Crispino e Enrico Valle che aderiscono immediatamente creando la Brainfusion per produrre il prezioso liquore. La ricerca del risultato ottimale ha impiegato un anno e mezzo di prove su mescolanze e distillazioni varie fino ad arrivare a un gusto secco ma morbido, un profumo di ginepro che cede qualche secondo dopo all'aromaticità delle erbe selvatiche. La ricetta è ovviamente segreta, le erbe raccolte a Rapallo arrivano fresche ad una delle più prestigiose distillerie d'Italia dove vengono lavorate direttamente insieme al ginepro per ottenere un vero London Gin proprio come una volta. Fra i super alcolici il gin sembra aver avuto in questi ultimi anni una riscoperta ed è in effetti di tendenza avere o provare a fare il proprio gin. In realtà spesso si tratta di mescolare del distillato di ginepro con altri distillati fino a raggiungere il gusto desiderato. Nel caso del Prebugin invece si segue il metodo tradizionale antico cioè la distillazione delle erbe insieme al ginepro. Non sono un'esperta in superalcolici ma ricordo che questa bevanda venne per così dire inventata come cura e checché se ne dica e se ne scriva ci sono buone probabilità che una bevanda simile al gin sia stata prodotta per prima in Italia presso la Scuola Medica Salernitana, proprio con lo scopo di conservare e trasmettere le proprietà della pianta. Successivamente un medico olandese mise a punto la ricetta del Geniver unito al chinino per curare le truppe decimate dalla febbre malarica. Nè più nè meno che un Gin tonic. Per chi ancora non lo sapesse il caratteristico gusto dell'acqua tonica o della Schweppes è dato proprio dall'alcaloide prodotto con la corteccia della Cinchona o China ovvero il chinino. L'uso poi divenuto popolare con gli Inglesi al tempo della Guerra dei Trent'anni, sempre a scopo curativo e per infondere coraggio alle truppe. -foto dal web- Il gin entra nella composizione di numerosi famosi cocktail proprio per la sua versatilità dal semplice Gin Tonic al conosciutissimo Martini Gin e al Negroni passando per il Gin Fizz, che persino io bevevo negli anni'70. Se molti sono i personaggi famosi appassionati di gin e cocktail gin, la bevanda conquistò subito anche le donne, dai tempi della regina Anna Stuart, che consentì la distillazione senza licenza, alla dama di compagnia della Regina Vittoria, la Duchessa di Bedford che lo beveva nelle tazze da tè, visto che a quei tempi le donne non potevano bere alcolici in pubblico, fino a Ada “Coley” del Savoy di Londra, una delle prime barlady della storia, che inventò l'Hanky-Panky per Charles Hawtrey ... Tornando alla pianta di ginepro ne avevo già parlato qui>>>Di bacche e radici e di come le sue proprietà medicinali fossero considerate quasi miracolose. Personalmente in inverno nel mio solito macerato che preparo alla sera mettendo a bagno qualche bacca di rosa canina aggiungo sempre poche bacche di ginepro raccolte personalmente, per poi berlo alla mattina dopo. Consiglio di stare molto attenti alla raccolta, bisogna non sbagliare pianta di ginepro in quanto ne esistono di varietà molto tossiche e spesso mi è toccato vedere foto sbagliate postate con leggerezza in molti siti. Divagando non ho finito di raccontarvi di Giuse e me a Rapallo! Ho trovato un amico, ho passato una lieta giornata, tornando a casa mi è rimasta la sensazione di aver avuto trent'anni tutto il giorno anche io, per il modo come lui mi ha messo a mio agio, per come è stato gentile e corretto, insomma le famose qualità del bartender lui le ha davvero tutte, professionalità, doti umane, propensione all' ascolto, discrezione, gentilezza, e non poteva essere che un successo la presentazione del suo Prebugin. È piaciuto molto, anche a me che poco ne capisco di liquori, e in questo periodo è davvero un'ottima idea come regalo per la festa del papà o come novità per una cena fra amici. Lo trovate in vendita da ParlaComeMangi a Rapallo. Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • TU CHIAMALE SE VUOI ... EMOZIONI

    E come altro potrei chiamare l'invito a partecipare a una cena di Jorg? La telefonata arriva inaspettata, Orietta mi chiede se ho piacere di esserci alla cena per la riapertura del suo Boutique Hotel, per festeggiare i 60 anni di attività con la sua famiglia e la prima stella Michelin di Jorg Giubbani, il giovane chef che si occupa del ristorante. Aggiunge: - Tranquilla per il ritorno, ti ho riservato una camera, ti fermi da noi - E come vuoi che non mi sia emozionata? Dopo due anni infelici dove non si è potuto nemmeno parlare di viaggi, di vacanze, di cene con amici, di un pur breve giro, una telefonata così mi è sembrata un regalo di compleanno anticipato. Conosco Orietta Schiaffino qualche anno fa, quando mi chiama a parlare di erbe durante la Settimana del Giallo a Moneglia, nel suo già bellissimo albergo, dove alla fine viene servito un aperitivo ... insomma definirlo aperitivo è riduttivo, direi un aperitivo lungo, con diversi assaggi di cose buonissime che subito mi prendono il cuore. L' hotel nasce a poco a poco negli anni '60 pietra su pietra dalle mani dei genitori di Orietta, crescendo, trasformandosi, a poche centinaia di metri dal mare, esposto verso le colline di Moneglia, pochi chilometri intorno le Cinque Terre. La voglia da sempre di coniugare ricette classiche liguri con il recupero di ingredienti freschi, locali, a km0, si incontra nel 2019 con l'esplosivo entusiasmo del giovane chef Jorg Giubbani, il quale dopo diverse validissime esperienze, anche di alta cucina, approda all'Orto dell'Hotel Villa Edera La Torretta di Moneglia. L'intesa che nasce fra lui e la famiglia Schiaffino è perfetta. In poco tempo, in un periodo non facile, mentre l'Hotel conquista la sua quarta stella lui arriva alla prima stella Michelin. Cosa c'entro io in tutta questa meraviglia? Le erbe... le mie erbe e la passione per le erbe che possediamo Orietta, Jorg ed io. Non c'è stato fra noi da insegnare o da imparare, ma solo da condividere. Nei menù spesso è presente la parola Prebuggiun, sempre le erbe, in una fine rivisitazione gourmet con abbinamenti nuovi, a volte coraggiosi, che dà infinite soddisfazioni al palato, che manifestano la passione di Giubbani per il suo lavoro e a me una costante meraviglia per ancora un giovane chef, così impegnato a dare una nuova veste preziosa a un cibo tanto antico. La cornice, rinnovata, è dir poco impeccabile, gli arredi, le suppellettili, i particolari intorno, i delicati colori scelti per circondare l'ospite di serenità, le eleganti mise en place, sistemati ad arte dalla figlia di Orietta, Francesca, eterea figura che si aggira con fare rinascimentale sistemando, controllando che sia tutto accuratamente al posto giusto e ogni cosa dice Liguria. Marmellate, olio, fermentati, vini, conserve, tutto di produzione propria, o di aziende agricole del territorio, sempre con materie prime locali. All'esterno l'Orto e il giardino con alberi di agrumi e verdure fresche, erbe aromatiche dal quale il ristorante prende il nome. La brigata di cucina si avvale di altri validi nomi che affiancano Jorg, come Edi, la sorella di Orietta, così come in sala. La cena di ieri sera "DALLA TERRA ALLE STELLE" ... peccato le immagini non rendano merito al gusto e ai profumi che hanno accompagnato i piatti. Ogni piatto davvero un'emozione. Al delicato e accurato servizio di Pier devo l'aver assaggiato il vino giusto al momento giusto e una piacevole conversazione sulle inaspettate qualità della Pimpinella e chissà non ne esca qualcosa di azzardato. Per la cronaca Pier non sopporta di vederti con il bicchiere vuoto 😜 Abbandonata a un sonno ristoratore nella graziosa camera riservatami, stamattina ho ancora goduto del prezioso accudimento di Francesco, necessario quando appena apri gli occhi e un sogno sta per finire e quello che ti serve è un buon caffè. È stato implicito chiedergli:- Francesco, come fai ad essere così gentile già alle otto di mattina?- Una breve chiacchierata per raccontarmi come una occupazione occasionale si è trasformata in lavoro vero, quando incontri chi ti sprona e ti aiuta a raggiungere degli obiettivi che diventano passione anche se tu per un attimo avevi pensato di fare il geometra. Mi ha circondato di delizie e cortesie e me lo sarei portato a casa. Ma a Villa Edera è la squadra che è vincente, Moneglia è il contorno, il mare il profumo, le verdi colline la quiete. Al link foto più dettagliate, gli approfondimenti sulla storia e la vita di Villa Edera, le esperienze possibili e i contatti perché anche voi possiate emozionarvi prenotando una vacanza in Hotel o una cena stellata all'Orto https://www.villaedera.com/it/ https://www.villaedera.com/it/orto-by-jorg-giubbani/ E niente... la mattina si è fatta tarda ed è arrivato il mio bodyguard personal driver (un figlio paziente, il mio! ) e sono tornata fra i miei monti. Cosa devo dire, sono fortunata ... grazie Orietta e grazie Jorg. Non smetteremo di esplorare. E la fine di tutte le nostre esplorazioni sarà arrivare là dove abbiamo iniziato, e conoscere quel posto per la prima volta T.S.Elliot Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • LA STELLARIA, DETTA CENTOCCHIO

    Gira che ti rigira è arrivato il momento che devo necessariamente parlare anche di questa erba, visto che mi si chiede spesso. Come sempre quando devo affrontare un'erba "alla moda del momento" e mi tocca fare la parte del bastian contrario, vorrei starne fuori ma tant'è ad ogni incontro facilmente la troviamo sul percorso e quindi affronterò l'argomento. Partendo dal riconoscimento, che dovrebbe essere quanto meno facile, un'erba comunissima pure in qualsiasi vaso sul terrazzo, giardino, bordo di marciapiede e strada, più spesso all'ombra e se c'è appena appena umido. Un'erba piccola, tappezzante, verde brillante, con foglioline ovali, stelo che diventa quasi strisciante e con in cima un gruppo di fiorellini piccolissimi (qualche millimetro) bianchi, che sembrano avere 10 petali ma osservati attentamente in realtà sono 5 divisi, immersi in un calice con 5 sepali verdi. Inutile dire che anche per questa erba i botanici distinguono fino a 50 specie differenti, ma per chi è come me serve saper riconoscere a grandi linee che è una Stellaria. Una confusione possibile è solo con Anigallis che però ha il fiore arancio o azzurro secondo la specie, con cinque petali ben distinti. Di questi ho già parlato in occasione della Primula qui>>> in quanto l' Anagillis arvensis a fiore rosso è la famosa Primula Rossa di letteraria memoria. Proprio per le somiglianze mai affidarsi al nome volgare, Centocchio è chiamata la Stellaria, Centocchio è chiamato l'Anagallis, Centocchio è chiamata persino la Pervinca dei campi. Mordigallina l'Arvensis, beccagallina la Stellaria ... Il problema è che l'Anagallis è tossico per noi e in quantità considerevoli provoca gravi disturbi gastrici, pericoloso pure per i volatili che non se ne cibano, mentre sono ghiotti di Stellaria. Ma occorre fare attenzione anche con la Stellaria, e qui torniamo al discorso di inizio sulle mode del momento, visto l'uso alimentare che pare ne sia fatto improvvisamente adesso, i numerosi articoli che la raccomandano in cucina. In qualsiasi libro scientifico la Stellaria viene indicata come specie tossica. Punto. Se pur non lo sarà come altre, non è consigliato l'uso continuo e in quantità rilevanti per l'alto contenuto in sali, tannini, e soprattutto saponine. Questi elementi possono anche essere utili e fanno di questa erba un' officinale usata in passato, penso sempre io quando non si aveva proprio altro, a inizio primavera, vista la facilità a trovarla, in uso esterno per eczemi, pelli irritate, forse anche impacchi di acqua calda e succo per le contratture muscolari, e se usato in tisana per tante altre patologie, prima andava essiccato proprio per limitarne le sostanze. Se e quando veniva aggiunto alle insalate, come posso fare anche io quando uso i fiorellini piccolissimi qui e là più per decorazione che altro, si raccoglieva giusto la parte apicale. Bisogna anche ricordare che popolazioni che hanno fatto largo uso di certe erbe o altri alimenti, avevano gli organismi potrei dire "testati" all'uso, cosa che non è per chi si alza una mattina e decide di nutrirsi improvvisamente di un'erba. Sempre in tema di moda ora vanno tanto i pesti freschi fatti con tutte queste erbe: pesto di piantaggine, pesto di centocchio, pesto di pinco pallo ... La mia personale opinione è che se voi unite a una qualsiasi erba mandorle, pistacchi, pinoli, nocciole difficilmente uscirà qualcosa di cattivo. Se l'erba non ha una sapidità importante, come può essere il finocchietto o l'alliaria, o vedi il basilico, finirà per trasferire alla pietanza solo il colore verde e il gusto fresco, che potrà essere raggiunto con un'altra qualsiasi erba che non abbia problematiche a monte, mentre l'aggiunta di qualche cimetta fiorita per decorazione all'insalata sarà difficile dia qualche problema. Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

  • PRIMAVERA VIEN ERBANDO ... 2022

    PASSEGGIATE DI RICONOSCIMENTO ERBE SPONTANEE PRIMAVERA Dopo due anni davvero tribolati si prova a ripartire con gli eventi in presenza. Un primo calendario che sarà aggiornato mano a mano si aggiungano date e occasioni possibili. In questo periodo ricevo veramente molte telefonate e messaggi per gli incontri sulle erbe. Gli eventi pubblici sono sempre postati sul mio profilo fb, sulla pagina dell'Associazione e sul blog con un ragionevole anticipo, visto i tempi che incorrono e le mutanti regole. Purtroppo non tutti riescono a prenotare o essere presenti quando decido io il giorno o il posto, quindi mi preme comunicare che: DISPONGO DI UN CERTO NUMERO DI DATE INFRASETTIMANALI PER EVENTI PRIVATI PER GRUPPI DI ALMENO 10 PERSONE È NECESSARIO : UN TERRENO MESSO A DISPOSIZIONE DAL PROPRIETARIO UN POMERIGGIO O UNA MATTINATA circa DUE ORE, DUE ORE E MEZZA, massimo TRE UN MINIMO DI DIECI PERSONE DURANTE L'INCONTRO NON SI RACCOGLIE MA SI RICONOSCE A ogni partecipante verrà dato un taccuino dove fare le proprie annotazioni e compilare un erbario personale da portarsi a casa con le erbe che si incontrano o in alternativa i sette manuali cartacei È richiesto un contributo minimo a persona di 15 euro all'Associazione Erbando Trovate dieci amici o amiche e sarò felice di essere dei vostri e passare qualche ora insieme nella natura a parlare di erbe selvatiche commestibili. Mi potete contattare solo via Wsapp al 3486930662 per accordarci Di seguito gli eventi pubblici già in corso DOMENICA 6 MARZO DOMENICA SARVEGA A BARGONE In quel di Bargone in collaborazione con Hostaria Tranquillo una domenica selvatica. Al mattino nei campi, nei pressi del ristorante, una breve passeggiata per il riconoscimento delle erbe classiche del Prebuggiun con Lella Canepa. A ogni partecipante sarà dato un taccuino per formare un erbario personale da portare a casa con le proprie annotazioni o in alternativa i sette manuali cartacei. Nel momento che sto scrivendo non so se ci siano ancora posti disponibili. Dato l'alto numero delle persone che hanno già aderito saranno effettuati due gruppi per evitare assembramenti anche se la breve passeggiata è all'esterno. Un gruppo alle 10 e uno alle 11 Sarò presente al pranzo e si potrà chiacchierare a piacere di erbe con me chiedendo qualunque delucidazioni io sia in grado di dare, fino al pomeriggio. Tutti potranno vedere, toccare, capire, e portarsi a casa un campione delle erbe classiche del Prebuggiun Alle 12,30 -13 Pranzo al Tranquillo con menù a base di erbe a km0 Prebuggiun e patate all'uso ligure Crostone di polenta con soppressata e pancetta Pansotti fatti a mano con prebuggiun e ricotta conditi con burro e salvia Cima alla genovese ripiena di erbe con insalatina selvatica Crostata sbrisolata Acqua, calice di vino, caffè, passeggiata € 35 Prenotarsi al 3421601908 https://www.facebook.com/events/1139955906789969 GIOVEDÌ 10 MARZO INCONTRO A UNITRE Un incontro per parlare di erbe liguri nel pomeriggio di giovedì 10 marzo alle 15, alla sede Unitre di Levanto in Via Martiri della Libertà. L'incontro è solo su prenotazione, compatibilmente con le norme covid. SABATO 12 MARZO LA BANCALELLA DEL SABATO Torna la BancaLella delle erbe. Sabato 12 Marzo dalle 10,30 Erbando sarà nella bancarella di ParlaComeMangi a Rapallo- Via Giuseppe Mazzini 44 - con l'esposizione delle erbe del Prebuggiun. Anche in questa occasione sarà possibile costruirsi un erbario personale da portare a casa o avere i sette manuali cartacei con un contributo all'Associazione. E ovviamente chiacchierare con Lella Canepa di erbe e Prebuggiun https://www.facebook.com/events/5127257750627138 SABATO 19 MARZO ERBANDO VA AL MULINO Barbara e Marco ci faranno conoscere la loro realtà di Az. Agricola che conserva le tradizioni dei nonni, coltivando ortaggi di stagione e uve adatte alla vinificazione. Nelle loro fasce sopra al Mulino un passeggiata nel paradiso del Prebuggiun. La breve passeggiata per un sentiero su per le caratteristiche fasce liguri in salita necessita di un minimo di praticità e di calzature adatte. Come sempre sarà possibile costruire il proprio erbario personale con un contributo di 15 euro all'Associazione Erbando Occorre prenotarsi al 3486930662 tramite wsapp SOLO 15 POSTI DISPONIBILI https://www.facebook.com/events/1729906950551530 DOMENICA 27 MARZO RISVEGLIO DI PRIMAVERA Mentre la primavera dorme ancora nei boschi di castagno intorno all' "Agriturismo Il Risveglio Naturale" a Valletti domenica 27 parleremo di erbe commestibili selvatiche della Liguria, componenti del Prebuggiun e altre presenti. In una passeggiata nei dintorni dell'agriturismo, Lella Canepa, per ogni piantina trovata sul percorso una breve spiegazione delle caratteristiche per riconoscerla e per gli usi possibili. Ognuno dei partecipanti potrà a piacere annotare quello che vuole, (nome caratteristiche ecc.) sul taccuino messo a disposizione, insieme ad una fogliolina che costituirà poi un piccolo erbario da portarsi a casa. La chiacchierata continuerà al ritorno, fra il pranzo e il dopo pranzo, consigli per una pulizia e una cottura appropriata e gli usi più svariati in cucina, verrà illustrata anche una facile preparazione, con metodo casalingo veloce, della Prescinsceua Pranzo: Aperitivo all' Erba Pimpinella Torta di cipolle e erbe Frittelle alle erbette e fiori Tortelli di Prebbugiun con salsa di nocciole o burro e salvia Arrosto Profumato alle erbe di Liguria con insalata selvatica Dolce È possibile arrivare al sabato e pernottare in Agriturismo. La giornata intera di domenica, riconoscimento erbe pranzo in Agriturismo 35€ a testa. Posti limitati Informazioni al Tel. : 01871854393 Cell.: 3493386861 Mob. : 3922195962 SABATO 2 APRILE ERBANDO VA IN TRASFERTA IN PIEMONTE A CASCINA IL CUCCO Sabato 2 aprile nell'incontaminato paesaggio al confine tra Liguria e Piemonte, tra il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo un evento da non perdere. Alla ricerca delle erbe del Prebuggiun per uno scambio di usanze e cibi semplici legati alla natura. Sara e Fabio accolgono Lella Canepa per chiacchierare sulle erbe selvatiche commestibili più comuni usate nella tradizione ligure e piemontese. Una passeggiata di riconoscimento, ad ogni partecipante sarà consegnato il taccuino dove prendere le proprie annotazioni e conservare una foglia di ogni pianta così da portare a casa un erbario personale. Disponibili anche i sette manuali cartacei. Rientrando una dimostrazione di preparazione casalinga della Prescinseua con il buonissimo latte delle cascine vicine. Al termine aperitivo agricolo a base di formaggi, salumi e vino locali Per informazioni e per l'indispensabile prenotazione occorre telefonare a 327 854 8388 https://www.facebook.com/events/648227979565864?ref=newsfeed EVENTO-CORSO ANCORA DA DEFINIRE DURANTE LA SETTIMANA DAL 5 AL 10 MARZO PER LA REALIZZAZIONE DEI PALMIERI PER LA BENEDIZIONE DOMENICA 17 APRILE Giornata interamente dedicata alla XVIII Edizione della mostra mercato l'Erba Persa che si tiene a Santa Margherita Ligure nel parco di Villa Durazzo nei giorni16,17,18 Aprile. Erbando sarà presente solo domenica 17 dalle 10,30 del mattino con le erbe del Prebuggiun e nel pomeriggio alle 15 con una chiacchierata per approfondire ogni erba nei suoi particolari, con slide show, foto e le erbe dal vero. Dal 23 aprile al 8 maggio EUROFLORA 2022 Ancora da definire, ma certa la presenza delle erbe del Prebuggiun a Euroflora 2022, e una piccola parte dell'allestimento e del racconto su questo piatto ligure sarà a cura dell'Associazione Erbando. I particolari dell'evento saranno pubblicati più avanti. https://euroflora.genova.it/ SABATO 14 E DOMENICA 15 MAGGIO Torna Chiavari in Fiore, bellissima manifestazione nel centro di Chiavari ed Erbando ci sarà Condividi il post! e poi torna, troverai esperienze affascinanti. Se vuoi puoi iscriverti alla news letter cliccando qui>> per non perderti nessun articolo. Lella Lella Canepa, creatrice di "Donne da Ieri a Oggi" una fantastica mostra poi tradotta in un libro e di "Erbando" un ricercato evento che produce sempre il "tutto esaurito" da subito, anch'esso tradotto in un manuale dove si impara a conoscere e raccogliere le erbe selvatiche commestibili come facevano i nostri avi. Lella Canepa ama da sempre tutto ciò che è spontaneo, semplice e naturale e coltiva da anni la passione per tutto quello che circonda il mondo manuale del femminile. tramandato per generazioni da sua mamma, sua nonna e la sua bisnonna. Se vuoi, puoi metterti in contatto con Lella qui>>

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